aperuta-notturan-ara-pacis_notte-dei-museiIl 16 maggio è la Notte europea dei Musei, manifestazione internazionale che coinvolge musei dei 39 paesi firmatari della convenzione culturale del Consiglio d’Europa, arrivata alla sua quinta edizione. E Roma si prepara all’evento con “Il sabato del museo”, un’interessante iniziativa culturale, pensata dal Comune di Roma, a partire dal 4 aprile fino al 2 maggio 2009, che consiste nell’apertura straordinaria di numerosi musei della capitale oltre l’orario consueto, accompagnata da conversazioni, rappresentazioni teatrali e musicali, degustazioni enologiche.

La logica che accomuna le due iniziative è evidente: aprire le sale del museo non solo fisicamente, in orario serale, a tutti quei visitatori – in particolari, i giovani – potenzialmente interessati a fruire di uno spazio culturale in momenti della giornata generalmente dedicati ad altre attività di svago, ma prevedere al contempo forme di contaminazione artistica in grado di sollecitare l’attenzione anche di coloro che risultano meno attratti dall’offerta tradizionale del museo.
Coniugare mondi, dunque, anche apparentemente molto diversi tra loro – l’ascolto di un quintetto di fiati, la degustazione di un Brunello di Montalcino, la contemplazione della testa di Giunone, etc. – in una prospettiva di audience development, cioè di sviluppo del pubblico del museo, di apertura a nuovi segmenti attraverso attività specificamente calibrate in funzione delle loro specifiche aspettative, che molti istituti italiani ed europei stanno iniziando ad adottare in modo sistematico.
Il museo, dunque, (ri)pensato non solo come il luogo della fruizione silenziosa e reverente, ma anche come luogo (alternativo) di incontro e socializzazione, come spazio di aggregazione, come momento festivo e conviviale, come contesto che si apre ad altre forme di creazione artistica, senza per questo veder sminuita la sua immagine.
Anzi, questo è forse anche un modo per rendere proprio l’immagine del museo più attuale e, quindi, per far comprendere a tutti quelli che formano la così detta domanda potenziale, che spesso non trova occasioni concrete per tradursi in domanda effettiva, che anche il museo può evolvere nella sua concezione, offrendo qualcosa di nuovo e spesso inusuale, senza per questo abdicare alla sua funzione propulsiva di sviluppo culturale della collettività.

 

Ludovico Solima è professore di Economia e Gestione degli enti culturali, Seconda Università di Napoli