Il 5 per mille è una sorta di tassa di scopo, nel senso che essa è finalizzata al finanziamento di una serie di interventi particolari (il finanziamento del settore non profit, della ricerca e della università ). La differenza da una tassa di scopo puro è data dal fatto che il contribuente può scegliere l’organizzazione a cui destinare il suo pagamento. Si tratta perciò di un’applicazione del principio di sussidiarietà fiscale, per cui il contribuente vede riconosciuta una sua sovranità, seppur limitata alla destinazione dei fondi raccolti attraverso la tassa stessa. Per queste ragioni, la proposta di estendere la scelta delle destinazioni alla ricostruzione delle aree terremotate deve essere interpretata con cautela. Da una parte, essa si riferisce a una opzione fiscale che tende ad essere esercitata da una minoranza dei contribuenti (nel 2006 del 61%) e che dà un gettito di alcune centinaia di milioni. Di qui la rilevanza simbolica più che effettiva della tassa stessa, visto che il governo è comunque impegnato a spendere molto di più (alcuni miliardi di euro) per lo stesso obiettivo. Dall’altro lato, anche piccole somme sottratte a settori poveri come il “non profit”, la ricerca e l’università  potrebbero avere risultati negativi consistenti sulle iniziative di questi settori. 

Pasquale Lucio Scandizzo è Professore ordinario di Politica Economica e Finanziaria, Facoltà di Economia, Università degli studi di Roma “Tor Vergata”