villa_adriana-digitaleLa gestione moderna dei beni culturali impone una crescente responsabilizzazione da parte del management rispetto alla sostenibilità finanziaria dei servizi culturali di un museo, di un’area archeologica o di un sistema culturale che li mette insieme (integrazione). In un periodo storico caratterizzato dalla riduzione del ruolo dello Stato nell’economia, e non tanto per questioni ideologiche, quanto per l’allontanarsi dal raggiungimento degli obiettivi del Trattato di Maastricht, l’efficienza gestionale rimane obiettivo prioritario delle amministrazioni pubbliche e private. Una visione mercatista dell’offerta culturale postula (falsamente) la sostenibilità e la redditività dell’impresa museale, che esista una disponibilità a pagare sufficiente, che basti applicare le regole del marketing anche al prodotto culturale in un settore che ne è tradizionalmente privo. A fronte di questa visione, ve ne è un’altra “tradizionalista”, che sostiene che alla stretta finanziaria si risponde ripiegando sulla conservazione dei beni, spegnendo le luci ed il riscaldamento, trasformando i musei in depositi, in attesa di un pubblico futuro più disponibile a fruire ed apprezzare le opere, consegnandole alle generazioni future. La verità si pone “da qualche parte nel mezzo”. La terza via propone al contempo entrambi gli obiettivi: conservazione e fruizione.  Si è convinti che l’obiettivo di massimizzazione dell’efficienza deve essere confrontato anche con i risultati di quella stessa gestione sul territorio (la “redditività” indiretta ed indotta sulle imprese della
“filiera”) e sui fruitori (consapevolezza, identità, crescita formativa, ecc.), sia esso residente o turista. E’ la somma di tali valori, alcuni dei quali solo parzialmente misurabili e non iscritti nel bilancio dell’organizzazione museale, che dovrebbe essere considerata per valutare l’effettiva bontà gestionale del museo e del suo management.
Nell’ambito di questa tematica, proprio lo scorso 23 giugno si è tenuta la presentazione, presso il Ministero per i beni e le attività culturali, del Volume, “Linee guida per la gestione innovativa dei beni culturali. Vademecum”, il terzo di una serie di rapporti finanziati dal Progetto Operativo MiBAC del PON ATAS 2000-2006. Il volume affronta il tema della scelta delle modalità di funzionamento delle attività culturali, nei luoghi (ad es., musei, aree e parchi archeologici, teatri, mediateche) recuperati e ammodernati con le risorse dei fondi strutturali 2000-2006. I temi gestionali sono stati analizzati sulla base di uno schema logico ed un linguaggio tecnicamente non specialistico, diretto ad un pubblico costituito da responsabili dei beni culturali, in larghissima parte formato da funzionari pubblici degli enti locali, con scarsa formazione e/o competenza specifica. S’immagina di partire da un singolo progetto o da un’iniziativa in uno qualsiasi dei settori di interesse, costruire i conti della gestione, valutare l’apporto pubblico rispetto alle altre fonti di finanziamento, ricalibrare gli obiettivi: un esercizio iterativo che serve a proporzionare gli obiettivi sui mezzi per realizzarli.

Alessandro F. Leon è economista della cultura e curatore del volume “Linee guida per la gestione innovativa dei beni culturali. Vademecum”