romafictionfestIl RomaFictionFest chiude il sipario aprendo nuovi scenari per la cosiddetta fiction di produzione europea. Guardando al palmares dei vincitori (Brun Up, Moses Jones, Skins e Shameless per la Gran Bretagna; Londynczyzy e Trzech Kumpli per la Polonia; Buddenbrooks e Der Mauerfall per la Germania, C.C.?. per la Russia, La Journée de la Jupe per la Francia, Steal This Film per Spagna/Polonia/Israele/Svezia) risulta evidente che i prodotti europei siano riusciti qui ad avere la meglio sul Golia nordamericano, offrendo nuove scritture, linguaggi e forme di racconto perfettamente radicati nella contemporaneità o mostrando modelli di coproduzione da cui l’Italia dovrebbe forse trarre ispirazione. Ore di programmazione che mai appariranno sui piccoli schermi nostrani, costretti ad un pingpong televisivo tra i returning series delle majors e la produzione italiana (troppo poca quella buona  e comunque spesso relegata nei canali “a pagamento”) che soffre dell’eccessiva prudenza di produttori e broadcaster che si trincerano ancora dietro la presunta pigrizia di un pubblico che, invece, appare spesso disposto a scommettere, e che si spera vengano presto scossi dall’onda di protesta che una parte del cinema e della televisione è pronta a cavalcare contro i recenti tagli al FUS. Così si chiude la terza edizione di un festival internazionale sulla televisione, che, dopo aver aperto con la Luna (Moonshot. The Flight of Apollo 11, Gran Bretagna), chiude baracca e burattini e punta dritto verso gli altri mondi della costellazione televisiva mondiale.

Gaia Tridente è Dottore di Ricerca – Comitato di selezione del RomaFictionFest