Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Dopo l’ultimo comitato di Siviglia, sono ben 890 i Siti nel Mondo dichiarati “Patrimonio Mondiale”, fra beni culturali, ambientali e misti: l’Italia è al primo posto con 44 siti , seguita dalla Spagna a 40.
Ma in futuro l’incremento dei siti italiani non sarà così consistente come negli anni passati. Con l’attivazione della “moratoria” non si potrà inscrivere più di un Sito all’anno. A questo limite si aggiunge la “soglia simbolica” di 1000 Siti nel Mondo, che, nonostante qualche polemica, sono convinto possa essere ritenuta “esaustiva”, rappresentando simbolicamente la molteplicità di Valori fisici del Mondo. Se il numero salisse troppo tutto questo “patrimonio ideale” tenderebbe a “svanire”,“affondare”. Peraltro, dal 2009-2010, inizieranno le iscrizioni “ufficiali” nelle nuove Liste UNESCO legate al Patrimonio Immateriale e alle Diversità Culturali.
L’elevato numero delle candidature che vengono presentate ogni anno si spiega però considerando i vantaggi dell’“entrare nella Lista”. Prima di tutto la promozione internazionale, essendo il “Marchio UNESCO” il più noto e importante nel quadro culturale e ambientale. Si “calcola” che, a medio termine (5-10 anni), questa promozione determina un “aumento dei flussi turistici” sino al 20% (con i conseguenti problemi, in alcuni Siti, anche del “contenimento e della gestione equilibrata dei flussi”).
Altro aspetto è l’obbligatorietà dei Piani di Gestione (strumenti di tutela a valorizzazione) con i quali i Siti possono essere meglio tutelati e valorizzati aumentando la “consapevolezza” di residenti, operatori e dei giovani, sull’importanza di un bene da “tramandare alle future generazioni”.
Claudio Ricci è Presidente dell’Associazione Città e Siti Italiani Patrimonio Mondiale UNESCO