Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Il cinema europeo allarga i propri orizzonti commerciali e culturali, e con coraggio muove alla conquista di nuovi mercati internazionali. Per quasi 20 anni le istituzioni comunitarie hanno tentato, con alterne fortune, di ridurre il divario competitivo con gli Usa (leggi, il forte dominio delle filiali europei delle major americane) attraverso vari strumenti come il Piano Media, Eurimages o i2i Audiovisual sostenendo lo sviluppo delle sceneggiature, la commercializzazione delle opere non nazionali, la promozione e la formazione di manager del settore, nonché le coproduzioni. Ora la strategia di intervento fa un salto di qualità e diventa globale con l’adozione di misure volte a sostenere progetti innovativi capaci di coinvolgere attivamente e su basi di reciprocità i cosiddetti Paesi terzi, spingendo l’acceleratore sulla promozione della diversità culturale e il rafforzamento della circolazione trasnsanzionale delle opere (Cinema: 5 milioni dall’UE per 40 progetti di collaborazione internazionale). Già nel 2008 la Commissione europea aveva finanziato i primi venti di progetti con 2 milioni di euro, e quest’anno rilancia con 50 progetti e un budget più che raddoppiato. Si tratta ancora di un volume di risorse molto limitato ma, di questi tempi, è un segnale forte e convincente che mostra una rinnovata attenzione al cinema “made in UE” quale formidabile veicolo di collaborazione culturale stimolando gli operatori europei ad aprirsi ad altre aree del mondo dall’Asia all’America Latina, contribuendo alla contaminazione dei linguaggi e alla diffusione di pratiche di networking e di aggiornamento professionale.
Resta da capire quale sarà il peso dei progetti a regia italiana e le reali capacità delle nostre imprese ed istituzioni di cogliere questa preziosa opportunità per aumentare le chance di esportazione e di visibilità di un cinema da troppo tempo incapace di andare oltre i confini nazionali (con qualche felice eccezione).
Bruno Zambardino è Docente di Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo, Università “La Sapienza”