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Il documento della Conferenza delle Regioni (www.regioni.it) contiene una serie di osservazioni critiche all’impianto normativo sia sul piano della forma che su quello della sostanza e tutte riconducibili a violazioni del rispetto degli ambiti di attribuzione di competenza regionale. Si imputa al Parlamento un approccio “lesivo delle prerogative regionali in materia” e incoerente rispetto alla nuova formulazione dell’art. 117 della Costituzione che come è noto lascia allo Stato la sola determinazione dei principi fondamentali attribuendo la disciplina della materia alla potestà legislativa delle Regioni.
Una doccia fredda destinata ad avere ripercussioni importanti sul percorso già complesso del disegno di legge Carlucci-De Biasi, cui si è aggiunta una nutrita pattuglia di parlamentari. L’accordo bipartisan tra le esponenti di maggioranza e opposizione in Commissione Cultura e l’appoggio di gran parte dell’arco politico sembrava aver aperto la strada ad una rapida approvazione del Testo Unificato (si mormorava entro l’anno) che per la prima volta nella storia della Repubblica disciplina in modo organico le attività teatrali e di spettacolo dal vivo (escluse le Fondazioni Liriche oggetto di un provvedimento di riforma ad hoc anch’esso atteso a breve).
Nelle prossime settimane., vedremo se e come saranno risolti gli eventuali conflitti di competenza e le presunte invasioni di campo da parte dello Stato ma è sotto gli occhi di tutti come questa sia l’ennesima dimostrazione del fallimento (o perlomeno della scarsa applicabilità) della arcinota Riforma del Titolo V della Costituzione. Il nodo verro ancora irrisolto resta sempre lo stesso. Prima di rendere realmente effettive funzioni e competenze a livello locale, occorre un federalismo fiscale che assicuri alle Regioni risorse certe sulle quali programmare le attività. E prima ancora occorrerebbe un serio monitoraggio di quanto e come spendono Regioni ed Enti locali nella produzione, distribuzione e promozione dello spettacolo. Il destino di questo settore (sempre più sotto accusa e messo all’angolo a livello centrale) è di fatto già nelle mani di governatori, sindaci e assessori, come dimostra il Fus Regionale lanciato da Marrazzo prima di essere travolto dagli eventi…di certo poco culturali…dei giorni scorsi.
Bruno Zambardino è Docente di Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo, Università “La Sapienza”