Dal 31 Luglio il Distretto Tecnologico per i Beni e le Attività Culturali della Regione Lazio – il più conosciuto DTC- è diventato operativo. Sul bando si comprende l’impostazione che la Regione ha dato, in cui intende suddividere il territorio in sei aree. Obiettivo, non nascosto, quello di rinnovare e riorganizzare l’offerta turistica.
Con questo ultimo tassello si sta aprendo un autunno caldo per il futuro della Regione; mai come in questo periodo tante risorse e così tanti strumenti erano stati attivati per il rilancio dei Beni Culturali e del turismo correlato. Le istituzioni, dobbiamo dire, hanno fatto molto; ora spetterà al territorio e alle sue amministrazioni portare progetti credibili. Il clima sembra che stia cambiando e c’è la volontà forte di investire, di attivare capitali privati e soprattutto di identificare percorsi progettuali che valorizzino il territorio nel suo insieme; lasciando alle spalle quelle piccole “iniezioni” di denaro che permettevano solamente il sostegno di progetti a breve e, in sporadici casi, medio termine.
La Regione ha un compito ingrato, ma anche pieno di sfide; progettare il rilancio di un territorio che, storicamente, si è visto soffocato dalla presenza ingombrante della Città Eterna. Si parte da un 3%, che rappresenta la quota di flussi turistici che non gravitano direttamente su Roma; riuscire entro la fine del 2010 a raggiungere la doppia cifra è un obiettivo che intimidisce, ma che potrebbe essere raggiunto se gli enti locali e i portatori di interessi privati riusciranno a cogliere pianamente l’importanza di questa opportunità.
In altre regioni il compito sarà ugualmente difficile, ma senza dubbio il territorio dove risiede la capitale ha un compito più complesso per tutti i coinvolgimenti che legittimamente le orbitano intorno. Dare un segnale forte dal Lazio, significherebbe darlo a tutto il paese, e rispondere a tutte quelle “frange separatiste” che negli ultimi anni vorrebbero vedere un Stato diviso.

Stefano Monti è direttore editoriale di Tafter.it

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