lupoagnelloQuesto resta per me lupo. Con dotta e verbosa circolare ministeriale è data applicazione in Italia a un comma della Direttiva europea 2001/29 sull’ “Armonizzazione di taluni aspetti del Diritto d’Autore e dei Diritti connessi nella Società dell’Informazione”, attuato in Italia con d.lgs. 68/2003.
Il presupposto è costituito dalla innovazione tecnologica, che oggi permette con grande facilità agli utenti di realizzare copie private, quindi indenni dagli obblighi di corresponsione dei diritti di autore attraverso gli abilitati gestori collettivi dei diritti (in Italia la più nota è la S.I.A.E. ma stanno sorgendo altri enti in concorrenza con la stessa).
Si tratta non di semplici “dati o informazioni”, ma di contenuti musicali e audiovisivi per i quali si suppone che l’utente abbia già corrisposto all’acquisto i diritti agli autori, poiché per effetto della natura “liquida” della musica e dei film che oramai viaggiano rapidissimi anche sul vecchio doppino telefonico ADSL, questa presupposizione di aver già pagato i diritti non è sempre veritiera.
Pertanto, la Direttiva consente agli Stati membri di applicare forfetariamente un onere economico da ripartire poi agli autori, proporzionale e progressivo allo spazio – disco dei sistemi elettronici ove possono immagazzinarsi musica e video.
Il Ministro ha emanato il tariffario che spazia dai 0.15 € per i CD ROM ai 14.00 € e per tre anni, per un hard disk esterno da 400 GB.
Comunque la si metta, la normativa ha tutta l’aria di imporre semplicemente una tassa proporzionale allo spazio disco sui CD vergini, DVD, chiavette USB e hard disks, così come trent’anni fa gli strumenti tecnologici scontavano una I.V.A. di lusso al 38%, tassa poi dichiarata illegale; ma tant’è per ora si paga e si tace. La domanda che sorge spontanea è: come farà il Ministero a controllare l’applicazione su tutti per quanto riguarda l’hardware che facilmente si compera in rete e viene consegnato all’utente italiano tramite spedizione internazionale? Ma già qui ci spostiamo sul piano pratico e non su quello più eminente del rapporto tra creatività e spazio su disco, insomma un nuovo tributo vestito da “Diritto di Autore”!

Paolo Bergmann è avvocato esperto in diritto d’autore