alesAles cambia veste. Abbandona il paracadute salva L.S.U. (Lavori Socialmente Utili) per indossare corazza e spada taglia Concessionari.
Grazie al nuovo Statuto, infatti, la società Ales (Arte Lavoro e Servizi), nata come società controllata da Italia Lavoro per il recupero degli L.S.U., ed attualmente società in house del Mibac, si candida alla realizzazione di tutte le attività di gestione dei servizi e valorizzazione dei Beni Culturali. 
La notizia, come prevedibile, inquieta molto quelle aziende private che a partire dalla fine degli anni novanta hanno contribuito ai primi cambiamenti nella gestione dei cosiddetti Servizi Aggiuntivi, aggiudicandosi così le prime concessioni e riscontrando molte difficoltà nel lavorare con un’amministrazione non del tutto pronta al rinnovamento metodologico ed alla collaborazione con il settore privato.
Il paventato ingresso di Ales viene in quest’ottica interpretato come una bocciatura da parte del Mibac di tutto il lavoro portato avanti dai Concessionari nell’ultimo decennio, i quali hanno comunque dimostrato come i risultati raggiunti, sia in termini di presenze che di introiti per l’amministrazione statale, siano più che positivi.
Gli stessi, inoltre, lamentano il fatto di non essere mai stati messi in grado di operare in modo imprenditoriale, ma siano sempre stati sottoposti a vincoli e laccioli da parte delle varie amministrazioni.
Continua con questo passo il percorso tracciato dal Mibac e già avviato con i vari commissariamenti  con l’occupazione e la gestione, in deroga alle regole, delle risorse economiche spettanti al patrimonio culturale: spesso non spese per motivi burocratici e spesso spese allegramente (ma in nome dell’emergenza).

Stefano Monti è il direttore editoriale di Tafter