Diverse cose sono cambiate da quando la crisi del sistema pubblico dei finanziamenti e delle agevolazioni al cinema è diventata di dominio pubblico, dopo la denuncia dell’associazione 100 Autori, nel corso della seconda edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma (2007). Da allora l’introduzione della tax shelter (che prevede la possibilità di detassare gli utili di quelle aziende di produzione cinematografica che decidono di reinvestirne una quota nella produzione cinematografica) e della tax credit (che prevede un credito d’imposta) nella legge Finanziaria 2008 sono state salutate come delle vere e proprie innovazioni fiscali nel sistema italiano che, prima di allora, lamentava un vuoto in questo senso. Oggi il quadro attuativo delle agevolazioni si completa con due nuovi decreti, pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 85 del 13/04/2010, relativi al credito d’imposta per le imprese di esercizio cinematografico che vogliono acquisire impianti e attrezzature destinate alla proiezione digitale e quello riservato alle imprese non appartenenti al settore cineaudiovisivo e alle imprese di distribuzione ed esercizio cinematografico per attività di produzione e distribuzione di opere cinematografiche. Con tali decreti del 21 gennaio 2010 il Ministero dei Beni e delle Attività culturali interviene positivamente anche in favore di altre tipologie di imprese che operano nella medesima filiera produttiva dimostrando di avere imboccato una strada più complessa e, probabilmente più efficace, per quanto riguarda la tutela e il sostegno all’industria cinematografica italiana. L’epoca delle sovvenzioni al Cinema sta dunque giungendo al termine? Forse no, ma se la necessità aguzza l’ingegno c’è da aspettarsi che questo sistema di incentivi ed agevolazioni porti presto l’Italia a ridurre il gap con gli altri paesi europei, Francia in primis, in fatto di innovazione sostanziale delle politiche pubbliche a sostegno della produzione e diffusione della cultura cinematografica.

Emiliano Diamanti è economista della cultura