Le dichiarazioni, in quel di Venezia, dell’Assessore alla Cultura della Regione Lazio, Fabiana Santini in merito ai temuti/auspicati (a seconda dei casi) propositi di riorganizzazione del sistema di sostegno al cinema e all’audiovisivo hanno suscitato, tra gli addetti ai lavori, qualche fibrillazione. Ecco gli elementi su cui riflettere:
1) Atipicità del Lazio: in questa Regione il sistema di sostegno al comparto si rivela più articolato e complesso rispetto ad altre per la rilevanza strategica del settore e il peso economico rispetto ad altri territori: ciò si riflette nella presenza di numerosi soggetti che, a vario titolo, operano nel settore (Filas, Roma Lazio Film Commission, Carl, Fondazione Rossellini, Sviluppo Lazio, Unionfidi ecc..);
2) La governance:  il livello di “competizione tra territori”, sempre più forte ed agguerrito, impone una forte azione di razionalizzazione e semplificazione delle strutture di sostegno: ciò porterebbe ad una più efficace allocazione delle risorse in una fase di tagli dolorosi, riducendo la confusione tra gli operatori del settore;
3) Cabina di regia: data la trasversalità del comparto, che tocca ambiti differenti (formazione, sviluppo produttivo, cultura, giovani ecc..), occorre un piano di intervento disciplinato da una agile e trasparente normativa che coinvolga tutti gli Assessorati competenti (un ufficio alle dirette dipendenze della Presidenza?) e che risponda alle reali esigenze degli operatori (positivo, sotto questo profilo, il recente accordo siglato con l’ANICA);
4) Priorità strategiche: occorre mettere al primo posto un “recupero di competitività”, fornendo certezze e strumenti operativi affidabili puntando a rafforzare il distretto industriale romano, e dunque l’indotto e l’occupazione, valorizzando anche le vocazioni delle altre Province ed aumentando la capacità di attrazione degli investimenti dall’estero;
5) “Filiera allargata”: non ci si può limitare al sostegno alla produzione ma occorre intervenire, con una azione di sistema, anche sugli altri segmenti della filiera (distribuzione, sale, coproduzioni, infrastrutture), ricorrendo alle cospicue risorse comunitarie, come in parte si è già iniziato fare (vedi bando Filas Sviluppo);
In conclusione, qualunque tentativo serio di riforma dell’attuale assetto non può prescindere da una attenta analisi delle peculiarità dell’attuale sistema e delle competenze professionali in campo, correggendo oggettive distorsioni ma riconoscendo al tempo stesso gli sforzi non trascurabili sinora profusi.
Bruno Zambardino è Docente di Organizzazione ed Economia Aziendale dello Spettacolo, Università “La Sapienza”