In questi giorni è a Shanghai, attaccando fotografie gigantesche su una pellicola di vinile impermeabile a foderare i muri di palazzi in demolizione; i vecchi quartieri che il progresso à la chinoise abbatte per verticalizzare le residenze, e soprattutto i loro abitanti popolani, probabilmente non connessi e certamente poco trendy, rischiano l’oblìo. Ci pensa JR, 27 anni, per sua stessa definizione “photograffeur” (fotograffitaro, diremmo sulle sponde del Tevere), che spende la propria nebulosa personalità per ridare faccia e dignità agli abitanti delle periferie di tutto il mondo (ha già lavorato in Brasile, Cambogia e Kenya).
Azioni virtuose, e dall’impatto emotivo e culturale molto forte. Si potrebbe dire: non è l’unico. Vero. Ma la notizia è che a JR è stato assegnato il TED Prize 2011, una borsa di 100.000 dollari che il vincitore destina, “esprimendo un desiderio”, a una causa benefica. Negli anni precedenti avevano vinto Bill Clinton (che aveva destinato il premio agli ospedali rurali in Ruanda), lo chef Jamie Oliver (alla lotta al’obesità), il cantante-attivista Bono Vox, il biologo E.O. Wilson. Che uno street artist – ma la definizione sta stretta al misterioso JR – vinca un premio come questo fornisce segnali molto forti sulla consapevolezza dei legami idiosincratici che legano la comunità al proprio territorio, e suggerisce una strategia culturale e sociale che, “tornando sulla terra”, restituisca qualità alla vita quotidiana e ai suoi valori condivisi. E che lo faccia in modo eclatante, e magari non sempre legale, mostra che siamo davvero usciti dalla griglia oppressiva del secolo breve.
A pensarci bene, da noi questo stesso meccanismo è stato attivato in luoghi altrettanto scomposti e scoraggianti come il quartiere Librino di Catania, dove Antonio Presti costruisce da molti anni il suo sogno di spazi urbani belli, di partecipazione e condivisione, di gioco consapevole e responsabile per uscire dal giogo della mafia e dell’indifferenza. E a pensarci meglio non stupisce per nulla che la stampa italiana abbia largamente ignorato il TED Prize mentre sguazza nell’ultimo delitto, nelle dispute televisive e nella guerra dei dossier. Continuando così, avremo presto bisogno di un photograffeur anche in Italia.

Michele Trimarchi è Professore di Analisi Economica del Diritto all’Università di Catanzaro