Da pochi giorni il gigante statunitense dell’e-commerce è entrato ufficialmente anche in Italia: mentre tutta l’attenzione è rivolta verso l’impatto che avrà sullo sviluppo del commercio elettronico e le ripercussioni sugli equilibri artificialmente sedimentati nel nostro paese, è interessante valutare l’effetto culturale che ne deriverà.
L’Italia è nota per essere un paese in cui si legge poco, la televisione regna – finora apparentemente incontrastata – sulla scena dell’informazione, mentre i videogiochi ed ora Facebook fagocitano l’intrattenimento.
E’ verosimile che gli Italiani siano più ignoranti degli altri paesi con cui ci confrontiamo?

Una interpretazione possibile, anche se sfacciatamente di comodo, è che gli Italiani siano in realtà più smaliziati, più flessibili e forse persino più intelligenti, se come metro di misura identifichiamo la capacità ad adattarsi a nuove condizioni ed allo sfruttarle per massimizzare il proprio tornaconto.
Alcuni esempi: l’Italia ha costruito la prima autostrada al mondo dando il via alla cultura automobilistica di massa; in Italia è scoppiata l’era della telefonia cellulare per privati; infine l’Italia è il paese con il maggior utilizzo (ponderato) di Facebook al mondo.
Il punto è quindi che gli Italiani sono un popolo di “early adopters” verso le tecnologie volte a semplificare la vita. Chiaramente, i giornali stampati ed i libri sono esempi di piattaforme superate e poco affini con una vita iper-connessa e sempre più digitale.
Ecco quindi che Amazon, con un modello moderno, pratico e molto efficiente (mi riferisco in particolare agli e-book) potrà iniettare nuova linfa nel mondo della Cultura in Italia disertato da tempo dalla massa, cui è tuttavia dedicato ogni suo prodotto a dispetto del mondo autarchico degli autoproclamati intellettuali.

Gabriele Morano è esperto in new media e mobile entertainment