In noi sociologi della complessità la notizia che nella Valle dei Templi di Luxor verranno chiuse le tombe di Tutankhamon, Seti I e Nefertari per preservarle e costruirne delle copie a disposizione dei turisti non può che suscitare interesse se messa in diretta relazione ai 150 anni dell’unità di Italia e alla recente dichiarazione del Pontefice sui danni che l’educazione sessuale e civica può fare nell’età dell’adolescenza. Andiamo però per gradi.
Le cose vecchie tendono a deteriorarsi se non adeguatamente curate (Pompei a parte che, come sappiamo, viene giù non per incuria ma per iella, malocchio e congiunzioni astrali invanamente e qualunquemente osteggiate dal prode Bondi). Gli egiziani lo hanno capito e corrono ai ripari. Sanno che per il turista medio la vera tomba e quella finta differiscono come un CD originale e uno taroccato. In più quella taroccata avrà wc, wifi, 3D, hostess, shop, finger food, e altri optional da renderla fin più emozionante di una visita all’outlet di Valmontone o Serravalle.
L’Italia coi suoi 150 anni è vecchia o giovane? La domanda è tutt’altro che retorica. Per chi ci vive tutto appare vecchio e destinato a una rapida putrefazione da cui, insegna il poeta, potranno nascere solo i fior. Per Tutankhamon siamo invece un paese giovane, con le istituzioni e il senso di appartenenza ancora nella fase puberale. Ci si è bloccato lo sviluppo? Di certo si è appurato che siamo geneticamente predisposti per vivere solo il presente e se il passato ci irrita nella sua superflua e irritante memoria (sempre pronta a ricordarci quanto siamo fallibili), il futuro invece porta fuori strada, impone di seppellire e ricordare il passato, crea aspettative, necessita di capacità di scelta, coraggio, fin fiducia reciproca. Tutti ostacoli alla felicità dei semplici e al federalismo dei cuori.   
Ma allora gli adolescenti sono vecchi o giovani? Qui entriamo in un mondo sconosciuto dove l’analisi della complessità è bandita da un accordo volto al bene comune. Tutankhamon era imperatore d’Egitto a 12 anni, noi consideriamo Fini, Vendola, Casini e Montezemolo dei baldi giovani. Qui ai giovani veri si nega scientemente l’accesso al futuro per il loro bene e, per riuscirci, si modifica quel poco di passato che questo Paese avrebbe da raccontare a testa alta. Gli si dà connettività ma gli si negano i contenuti. Tuttavia mi pare che il Parental Control e il Pope Control stiano perdendo efficacia per manifesta incapacità dei genitori e dei pastori di capire ormai cosa è giusto, cosa è sbagliato, cosa hanno sbagliato.   

Samuel Saltafossi è Sociologo della complessità