Negli ultimi anni abbiamo assistito a diversi tentativi di verticalizzazione dei cellulari su vari servizi: si pensi ad N-Gage di Nokia e Xperia Play di Sony per i giochi, lo Skypephone del gruppo 3 per il Voip oltre ad altri smartphone ottimizzati per Facebook.

Con oltre la metà dei propri utenti che accedono al servizio tramite un dispositivo mobile (circa 500 milioni ad Aprile 2012), è naturale pensare ad un avvicinamento tattico della piattaforma software verso il supporto fisico, specialmente alla luce delle confermate difficoltà di monetizzazione di questi utenti rispetto a coloro che accedono da PC.

Il mercato smartphone è attualmente polarizzato su due grandi sistemi operativi: iOS di Apple e Android di Google, con il terzo player ex-incumbent del software, Microsoft, che ha unito le sue forze con l’altro ex-incumbent della telefonia, Nokia, per ritrovare un ruolo nella rivoluzione mobile.

Tuttavia sia Apple che Google non hanno imposto la loro leadership attuando una tattica di difesa rispetto ad una loro difficoltà, bensì sviluppando un ecosistema intero, quello delle App, che ha ridefinito le basi del software e dell’hardware consumer.

In questo scenario la mossa più lungimirante per Facebook sarebbe di proporre un nuovo ecosistema nel quale attirare i produttori di contenuti/servizi in modo da offrire ai consumatori una esperienza più allettante rispetto a quella attuale; è facile, di converso, predire una fulminea discesa nel dimenticatoio per qualunque implementazione che non faccia altro che riproporre le funzionalità attuali con qualche pulsante dedicato.

Gabriele Morano è esperto in new media e mobile entertainment