Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Salutiamo compiaciuti la nascita del MAB (Musei Archivi e Biblioteche – Professionisti del patrimonio culturale), coordinamento fra tre delle più rilevanti e storicamente consolidate organizzazioni professionali del settore del patrimonio culturale ANAI (Associazione nazionale archivistica Italiana), AIB (Associazione Italiana Biblioteche) e ICOM-Italia (Comitato Italiano dell’International Council of Museums).
L’ Atto Costitutivo del Coordinamento è stato firmato il 12 giugno scorso, anche se le tre associazioni coinvolte operavano congiuntamente già da qualche tempo e sono assolutamente condivisibili le finalità in esso espresse, quali la rappresentanza delle istanze dei professionisti degli istituti culturali, il coordinamento culturale, tecnico-scientifico e organizzativo delle attività degli operatori di archivi, biblioteche, musei e istituti culturali e ogni altra iniziativa mirata a migliorare, ampliare e rendere più accessibile l’offerta culturale nostrana.
Che gli operatori di questo ambito strategico per l’economia nazionale rivendichino il riconoscimento della loro professionalità e dialoghino e collaborino tra loro è sicuramente utile e foriero di effetti positivi per la comunità. Mutatis mutandis, qualcosa di simile sembravano aver fatto i tre attuali Ministri Ornaghi (Ministero per i beni e le attività culturali), Passera (Ministero dello sviluppo economico e delle infrastrutture e trasporti), Profumo (Istruzione) per redigere una paginetta di buone intenzioni pubblicata Rapporto Federculture di quest’anno (Cultura e sviluppo. La scelta per salvare l’Italia, il Sole 24Ore Cultura, Milano, pp.13-14), alle quali, però, al momento non sembrano aver seguito fatti concreti nel solco di quanto solennemente enunciato, ovvero la predisposizione vere, coraggiose e lungimiranti politiche di sviluppo basate sulla conoscenza e sulla cultura, quali fattori strategici di competitività del nostro Paese.
[cfr.Tafter Le 7 priorità per le politiche culturali del 23 luglio]
Emilio Cabasino è ricercatore su temi di politica ed economia della cultura