Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Località di mare, 16 di agosto 2012: causa turnazione estiva dell’industria delle notizie, il TG1 presenta un servizio in perfetto stile popolar-ferragostano, fondato sull’inesauribile complesso di inferiorità Italia-Francia di cui ogni Italiano è portatore sano. Dice il professore in video: la tour Eiffel vale 5 volte il Colosseo: 430 miliardi contro 90.
Ah, les francais …
I nostri governi, continua, dovrebbero valorizzare quell’insostituibile oro nero che è la cultura, promuovere le bellezze paesaggistiche e fare economia con il turismo. Solo così, come i Paesi più avanzati, saremo in grado di rilanciare l’economia e ridurre il debito, ripensando la vocazione produttiva della nostra patria.
Ohibo, les italiens …
Altro che riforma del pubblico impiego, liberalizzazioni, eliminazione dei privilegi delle oligarchie, semplificazione amministrativa, riforma della giustizia, politiche per l’attrazione degli investimenti, riforma dello stato sociale.
Mais non!
In Inghilterra, intorno a qualsiasi sasso, montano una giostra che fa girare turisti e contanti (pensate a Stonange che, secondo la stessa ricerca, vale dieci miliardi!).
Bravò les Britanniques …
Il punto, a volte, è che in mezzo a milioni di spettatori ignari si nasconda un economista della cultura che, alla fine del servizio, si troverà a spiegare al resto degli ascoltatori in sala la leggerezza degli assunti teorici alla base di quelle stime.
Mi sembra sia l’ora di passare dai manifesti ai fatti. Dai proclami ai decreti. Dai convegni alle circolari. L’opinione pubblica è pronta, carica, ricettiva. Accetterà di certo un disegno di legge sullo spettacolo o un intervento dei privati nei siti culturali. Non scenderà in piazza se qualche dirigente del sistema pubblico sarà valutato per aver saputo ben valorizzare un museo o se lo Stato inizierà a destinare qualche risorsa in più al sistema.
Oh les économistes de la culture… que idéalistes
Marcello Minuti è economista della cultura