Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Fare una grande opera è impresa sempre ardua.
Fare una grande opera culturale, lo è assai di più.
Così non è stato in Francia, dove in 4 anni si è riusciti a costruire un immenso nuovo museo, in una città in crisi di identità, interpretando il senso politico delle parole decentramento, programmazione, valorizzazione del marchio. Dando sbocco ad opere in deposito, valorizzando il nome (quello del Louvre) i cui limiti di sfruttamento sembrerebbero tendere all’infinito (si pensi all’operazione del Louvre Abu Dhabi).
Vediamo come invece, da quest’altra parte delle Alpi, siamo usi dare senso a quelle parole.
Decentramento. Le Fondazioni Lirico Sinfoniche vennero allora create con modello autonomo proprio per permettere che anche in provincia di Frosinone e Foggia si potesse godere delle magie di Bach e Verdi. Per ora, si segnala in programmazione Francesco Renga.
Programmazione. Prendiamo il Programma Operativo Interregionale Cultura e Turismo. Il POIN, un programma pensato nel 2006, nato nel 2007, approfondito nel 2009, interpretato nel 2010, rimodulato nel 2011, ridefinito nel 2012. Ancora mai attuato, se non fosse per i 100 milioni improvvisamente dirottati su Pompei (in barba a quintali di studi di fattibilità) e per gli altri 350 di colpo spostati sul programma Poli Museali di Eccellenza. E la programmazione 2007 – 2013 è agli sgoccioli.
Valorizzazione del marchio. La scorsa estate ci siamo tutti gongolati nell’apprendere che il marchio del Colosseo valeva …… miliardi e che l’Italia tutta ne valeva……. Bene, che fare dunque? Utilizzare i marchi dei beni culturali per farne oggetti da vendere su internet? Aprire sedi secondarie del MAN di Napoli concedendo a dei privati questa possibilità? Niente di tutto ciò, sebbene il MIBAC per un periodo stesse lavorando sul primo di questi due punti (rispetto al secondo si nota piuttosto una progressiva chiusura di sale primarie).
E’ vero, aprire oggi nuovi musei è una scelta da uomini coraggiosi. E infatti, non c’è un convegno in cui non si ribadisca, con plauso generale, la frase “basta a nuovi spazi, ora dedichiamoci alla gestione” (frase peraltro enunciata e plaudita dalla classe dirigente del sistema culturale nazionale). Secondo me, però, se fatta con logica e visione, anche la nascita di un nuovo museo è una straordinaria occasione per dare finalmente senso a logiche di valorizzazione.
Marcello Minuti è economista della cultura