kyengeAlta è la vergogna provata in questi giorni per i contenuti e il tono di frasi razziste e sessiste pronunciate dal supplente della seconda carica della nostra Repubblica (il cui lauto stipendio è carico del contribuente) e l’indignazione è un sentimento necessario, come avrebbe dovuto esserlo in tempi non troppo remoti, quando, proprio alzando la soglia della tolleranza, furono approvate le leggi razziali e furono poste le basi per assecondare il progetto criminale di un genocidio di massa, pianificato e attuato proprio grazie all’indifferenza dei più rispetto a quanto accadeva intorno (e la colpevole disinformazione).

Se la diretta interessata e il Senato hanno accettato le scuse del senatore e Vice Presidente del Senato Calderoli, che, schizofrenicamente, chiede di essere giudicato per la sua attività in aula e non per frasi pronunciate nella foga di un comizio, si sappia che al momento in cui queste righe vengono scritte 173.588 cittadini hanno già sottoscritto l’appello di Stefano Corradino e Beppe Giulietti su www.change.org, per chiedere le dimissioni dall’incarico del suddetto nostro indegno rappresentante; si invita pertanto quanti leggono a sottoscrivere a loro volta l’appello.
Senza se e senza ma dobbiamo indignarci e non tollerare che accadano episodi di questo genere intorno a noi (lavoro, famiglia, scuola, ambienti pubblici di tutti i tipi) e, tanto meno in luoghi e/o con protagonisti di questo livello istituzionale. Ci aspettiamo che il Presidente del Senato Piero Grasso inviti il Senatore Calderoli a dimettersi dalla carica di suo Vice.

Dubitando che questo accadrà … e prima di cedere allo sconforto nichilista, sembra opportuno condividere alcune considerazioni e informazioni su come reagire efficacemente ad episodi squallidi come questo.

Innanzitutto si chiede alla Ministra Kyenge di attivare quanto prima un sito internet del suo Dicastero, incardinato nella Presidenza del Consiglio dei Ministri da cui si possa evincere il suo programma di governo, la composizione di staff e uffici e, soprattutto l’identità sostanziale del suo mandato. Ad oggi la ricerca google di “ministero integrazione” produce risultati sparsi e incoerenti, e presenta prioritariamente notizie legate alla persona e ai recenti fatti in cui è stata coinvolta. Dati di prima mano in tal senso si possono desumente dal suo sito personale, ma, se si pretende rispetto per lei come persona e come componente del Governo in carica, che questo avvenga, in primis, dotandola di canali informativi istituzionali ufficiali. Non risulta che altri Ministri debbano ricorrere ad un sito personale per comunicare il proprio programma di governo…

Inoltre, fortunatamente per noi, il Vicepresidente del Senato rappresenta una assai ridotta minoranza di italiani, sia dal punto di vista elettorale che culturale, essendo l’Italia un paese sostanzialmente accogliente e territorio privilegiato per la sedimentazione di civiltà differenti e in questo senso e in questo momento è importante citare quanto di positivo si fa proprio per onorare questa nostra qualità “genetica”.

Senza pretesa di esaustività, ed invitando i lettori di questo articolo a segnalare alla Redazione di Tafter altre iniziative riconducibili a questo filone di attività, si può iniziare ricordando il portale “Integrazione migranti. Vivere e lavorare in Italia”, progetto co-finanziato dal Fondo Europeo per l’integrazione di cittadini di Paesi terzi 2007-2013 e realizzato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ministro per l’Integrazione (nel precedente Governo, il Ministro era Andrea Riccardi, con deleghe per la Cooperazione internazionale e l’integrazione), Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero dell’interno e Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca.
Questo portale fornisce una serie di informazioni generali e puntuali su diversi ambiti e servizi, quali: la lingua, la casa, i minori, il lavoro, la salute e la mediazione interculturale, segnalando anche link a presidi territoriali, regionali o comunali dedicati a questi temi. Consultando le pagine di questo sito si aprono un mondo e una prospettiva che ci fanno capire che, anche se forse non lo sappiamo e fa più rumore l’episodio negativo, esiste qualcuno (e non sono pochi), che si dedica ad affrontare seriamente il problema e a fornire risposte efficaci.
Sul fronte istituzionale, inoltre, ricordiamo il prezioso lavoro dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali – UNAR, anch’esso incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, promotore di molte lodevoli campagne di sensibilizzazione in tal senso e sede di un osservatorio e di un servizio dedicati a registrare e a reprimere comportamenti inappropriati.

Sul fronte culturale sono molti gli esempi di singole istituzioni e/o di organizzazioni nate e operanti in tal senso, a partire dalla storica Fondazione Romaeuropa, operante dal 1984 e, per citare iniziative legate al patrimonio culturale, quanto realizzato dalla sezione della Fondazione ISMU di Milano dedicata a “Patrimonio e intercultura”, il progetto “Brera: un’altra storia”, mediante il quale il Museo viene letto e descritto secondo visioni “altre” o i progetti internazionali promossi dal Museo preistorico etnografico di Roma “L.Pigorini” dedicati proprio ai fenomeni migratori, o a quanto proposto, sempre a Roma, dal Museo Nazionale di Arte Orientale (MNAO) in molte delle attività della sezione “didattica” o in quelle rivolte alla popolazione di origine orientale, residente nel quartiere limitrofo al Museo. In altro ambito, un’iniziativa indipendente, arrivata quest’anno alla sua quindicesima edizione è quella del Festival Suq di Genova, con l’intento di proporsi come un “teatro-mercato mediterraneo”, allestito ogni anno a giugno per una decina giorni, al Porto Antico.

Sul fronte delle testate giornalistiche guardiamo con rispetto e riconoscenza al lavoro svolto da Reset, di Giancarlo Bosetti ricco di inchieste, approfondimenti e spunti di riflessione sempre di grande attualità e prospettiva, mentre, per quanto riguarda il servizio pubblico radiotelevisivo, si può ricordare, ad esempio, la programmazione di “Area di servizio” di Rai-Radio1, trasmissioni come Crash – Contatto, Impatto, Convivenza (Rai3 e RaiStoria), Est-Ovest, Sguardo a levante (Rai3) e molti servizi della trasmissione radiofonica “Inviato speciale” (Rai1).

Uno sguardo all’Europa, poi, ci permette di ricordare come quella del dialogo interculturale sia una delle aree politiche “chiave” per l’integrazione europea, al punto da dedicare l’anno 2008 proprio a questo tema, così come le politiche del recente passato e del prossimo futuro. L’Italia partecipa, inoltre, ai lavori dei working groups incardinati nell’Open Method of Coordination (OMC), uno dei quali espressamente dedicato alle politiche di sostegno al dialogo interculturale e che produrrà un report alla fine dell’anno.

Questi sono alcuni degli ambiti in cui si opera in questo senso ed è ad essi e alle molte persone che ci lavorano alle quali piace pensare in chiusura di queste righe e la sproporzione culturale e morale con coloro i quali ne tradiscono i valori (quale l’episodio e il politico citati nell’incipit di questo articolo) apre uno spiraglio di speranza e dà forza a coloro che lottano per l’affermazione di un mondo migliore. I primi saranno ricordati e onorati dai più, dei secondi ci auguriamo che non rimanga traccia, se non nel biasimo e nel disdoro di chi lavora per la civiltà.

 

Emilio Cabasino è ricercatore su temi di politica ed economia della cultura