Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Una donna velata siede al capezzale del marito ormai stremato, privo di conoscenza. Non piange, ma è solo arrabbiata e dopo tanti anni ha il coraggio di gridargli quello che per molto tempo gli ha celato per paura delle sue reazioni.
Questa è l’immagine che ormai si staglia sul nostro paese, allo stremo, senza più grandi prospettive, dove anche quest’ultimo decreto cultura – che come operazione di marketing ha funzionato molto bene – è il disperato tentativo di salvarlo, senza forzare e smontare alcuni strumenti di apparato che ormai non hanno più motivo di esistere.
Sono tre anni che Banca d’Italia rivede le stime di crescita e dobbiamo essere realistici: nel 2014 il Pil calerà dell’1,8% e sul tema dell’occupazione saliremo dall’11,8% del 2013 al 13% nel 2014.
I dati in negativo saranno dovuti soprattutto al calo della spesa delle famiglie dovuta alla contrazione dei redditi disponibili. Tra i motivi di fiducia di questo governo c’è il pagamento dei debiti delle amministrazioni pubbliche verso i creditori: al riguardo esprimo grandi dubbi, come sono molto critico sulla possibilità di sostenere consumi ed investimenti privati con la semplice immissione di liquidità nel sistema economico.
Per il 2014 le prospettive delle imprese e delle famiglie saranno stazionarie, se non in alcuni casi peggiori. Questa è la realtà ed è da qui che dobbiamo partire.
Proprio ad agosto, bisognerebbe avere il coraggio di essere realisti, evitando di esprimere desideri sotto le stelle cadenti della notte di San Lorenzo e cominciando a gridare a “quest’uomo ormai allo stremo” di smettere con le opere di salvataggio attraverso gli ormai famosi sistemi di commissariamento in cui in Italia siamo maestri, di interpretare con maggiore attenzione i dispositivi che la comunità Europea mette a disposizione, di alleggerire in modo intelligente quell’imponente apparato che si occupa del restauro e conservazione del nostro patrimonio, di costruire una struttura in grado di interagire tra le soprintendenze, le direzioni generali e il mondo delle imprese.
Perché in questa crisi profonda del nostro paese, si sta verificando un paradosso che troverà riscontro nei dati dei prossimi anni. La contrazione dei consumi non avverrà infatti nel comparto turismo e cultura, ma in questo momento non abbiamo le capacità, le strutture e le mentalità per capire profondamente come cogliere questo opportunità.
Ci sono ancora troppi pesi morti, troppe clientele, troppa politica e troppi favoritismi. Ma non basta “gridare”, servono azioni concrete e semplici: nuovi strumenti giuridici, trasparenza decisionale negli appalti, nelle assunzioni, nella distribuzione delle risorse.
La donna velata, alzando il capo al cielo, dentro di sè, pensa “lo diverremo mai?”.
Stefano Monti è il direttore editoriale di Tafter.it