Mentre scrivo scorrono le immagini delle manifestazioni che infestano Roma da quando esiste la libertà di esprimere qualunque idea in qualunque forma, anche quando non si tratta di idee ma di posizioni di rendita di pochi, fortunati sindacalisti che manipolano molti, moltissimi sfortunati (e impreparati) lavoratori. I quali, invece di perdere tempo e energie, potrebbero aggiungere valore alle loro vite con una relativa facilità.

Mentre scrivo scorrono le immagini dei lotti delle aste di Londra: Gursky un milione e mezzo di sterline, Wade Guyton ottocentomila sterline, Cindy Sherman mezzo milione di sterline. E così via. Tutti nomi “indovinati” anni fa, molti anni fa quando i soloni e i principianti dell’arte gridavano alla bolla. Era il 2003, dura da dieci anni. Le bolle durano, quando va bene, un anno e mezzo… Tutti zitti davanti ai risultati, salvo ricominciare a gridare a fine week end di Frieze, quando tornano protagoniste l’invidia, le gelosie, le piccinerie di chi percepisce le proprie incapacità e accusa gli altri di “fare sistema” in chissà quale modo. Bassezze tutte italiane.

Adrian Paci_The walk

Nel frattempo, come ampiamente previsto, le aste macinano record da dieci anni e il nostro Fisco, sordo a qualunque sollecitazione da parte nostra, continua a punire i ricchi per mandare in piazza i poveri. A far niente. A far finta di protestare contro un nemico invisibile: la crisi. La categoria dei trasportatori d’arte, intanto, in tutto il mondo, è il settore più in crescita dell’intero comparto. Si chiama indotto, si studia in seconda liceo.

Infatti la crisi, oltre che oggettivamente in molti mercati, in Italia è anche nei comportamenti, nella quotidianità, nelle attitudini che vengono o non vengono alimentate. Nella fattispecie vengono alimentate le attitudini alla protesta sterile, inutile e scomposta, spesso volgare e fuori luogo. Non vengono invece alimentate le attitudini alla creatività organizzata, all’arte come professione millenaria (Rembrandt faceva anche il mercante d’arte…), alla cultura come sistema identitario e imprenditoriale che distribuisce intelligenza e denaro. Noi sappiamo benissimo come si fa, conosciamo le best practice, le dinamiche operative e strategiche dell’economia culturale, le abbiamo messe in pratica per anni e continuiamo a farlo. Perché crediamo nell’organizzazione e nella solidarietà messe insieme. Crediamo nell’Uomo e nel ragionamento, nella flessibilità e nell’immaginazione, nella scientificità dell’arte e nella sua imprescindibile preziosità per la crescita e l’evoluzione. E per questo portiamo risultati, comprese le previsioni di crescita degli artisti, che non sono in contraddizione con il concetto di generosità e divulgazione, anzi.

Solo che bisogna applicarsi, saper leggere, ragionare, riflettere, controllare ed evolversi. Senza gridare, possibilmente. Le braccia che si agitano inutilmente, oltre a sottrarre energie all’agricoltura, distraggono per primo chi le muove.

 

Carmentano - Bandiera siamo stati uniti

Un gettito come quello dell’arte oggi, impressionante, enorme e in continua crescita, merita di essere trattato fiscalmente con un IVA al 10% (se non al 7 come in Germania o al 4 come in Danimarca…) visto che siamo tra i primi cinque Paesi al mondo per spesa sul Contemporaneo. Un atteggiamento punitivo di imprese e investitori, da parte del Governo, oltre ad essere novecentesco e tristemente fallimentare, è dannoso e ferma la crescita che tanto sbandierano di voler perseguire. Se poi i soliti piccoli invidiosi, quelli che non sanno analizzare serenamente le situazioni e i loro rapidi cambiamenti, danno una mano a questa demagogia imperante, il danno diventa irreversibile. E ci vorranno 25 anni per risolvere il problema più grave di tutti: quello dell’intelligenza al comando.

Francesco Cascino è Contemporary Art Consultant,  Cooltural Projects Curator e Presidente ARTEPRIMA No Profit

Immagini:
ADRIAN PACI – The Walk
DARIO CARMENTANO – Siamo Stati Uniti