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Di parchi dei divertimenti se ne contano tanti, tantissimi. Di luoghi artificiali, ricreati per lo svago ed il tempo libero, decisamenrte meno. Uno di questi è il “parco tropicale sotto la cupola”, nato in Germania nella regione del Brandeburgo.
La ricerca di soluzioni improntate all’utopismo tecnologico ha origini lontane: tra le anticipazioni di un’architettura ecocompatibile, impossibile non ricordare le famose cupole geodetiche di Richard Buckminster Fuller, costruite già negli anni 1920-30. Da quelle di piccole dimensioni, utilizzate come installazioni militari di rapida costruzione, a quelle enormi per le esposizioni internazionali. La cupola geodetica era per Fuller una “valvola di controllo ambientale” che consentiva di mantenere costante il microclima creato, con dispersioni di energia minime rispetto a quelle di un insieme di edifici ivi contenuti.
Con lo scopo di ricreare all’interno di una cupola un microclima artificiale, un multimilionario americano di origine malesiana, Colin Hau, ha investito tempo e molto denaro (70 milioni di Euro circa), nella trasformazione di una vecchia base di atterraggio per dirigibili sovietica nella prima foresta tropicale d’Europa, con tanto di mare e spiagge connesse.
A lungo nota solo per la produzione di cetrioli, la città di Krausnick, 60km a sud di Berlino, diventa così famosa per la sua isola tropicale. Per gli abitanti di quest’area del Brandeburgo, la novità è grande. Durante la guerra fredda il loro villaggio ospitava una delle più importanti basi militari sovietiche; poi subentrò la multinazionale Cargolifter, con la speranza di costituire una base per dirigibili, ma il progetto naufragò definitivamente nel 2002, lasciando dietro di sé un hangar colossale alto più di 107 metri. E proprio dai resti di questa struttura è partita la costruzione della cupola che oggi ospita Tropical Islands, un eden artificiale aperto 24 ore su 24, dove la temperatura si aggira sempre tra i 25 e i 28 gradi, capace di ricreare l’alba ed il tramonto in riva al mare, e consentire ai suoi visitatori di nuotare in acque cristalline e dormire sulla spiaggia, aspettando il sorgere del sole. Nell’idea di Huan, il parco non è un parco giochi ma “una nuova categoria del tempo libero”. I primi interessati saranno sicuramente i berlinesi che, abituati a vivere al freddo per nove mesi l’anno, non dovranno più partire per un weekend alle Baleari, e potranno passarlo a pochi chilometri da casa, magari affittando un bungalow sulla spiaggia dove passare la notte. Se il riscontro sarà buono, la cupola rappresenterà solo il primo di una serie di parchi da avviare in tutto il Nord Europa.
C’è da chiedersi se questa idea riuscirà a fare presa su un territorio desolato, depresso e storicamente sfortunato come questo del Brandeburgo e sulla mentalità dei suoi abitanti. Forse l’isola sarà veramente un modo per evadere dall’opprimente quotidianità , oppure verrà considerata come una “minaccia” o una “presa in giro” rispetto alla vita di questi onesti lavoratori, agricoltori, operai? Di sicuro da un punto di vista strettamente economico, di marketing territoriale, la struttura potrebbe agire da “grande attrattore” per un territorio altrimenti povero. Come tutte le regioni della ex Germania dell’Est, anche il Brandeburgo soffre infatti di una forte disoccupazione, con tassi che si aggirano tra il 15 ed il 20% e finora nessuna delle iniziative istituzionali intraprese ha avuto buoni risultati in questo senso. Dentro la cupola attualmente sono impiegate 500 persone, ma le aspettative degli amministratori locali sono concentrate soprattutto sull’indotto. Il problema però è anche di tipo geografico: la stessa localizzazione di Tropical Islands in una regione così poco attraente potrebbe essere un ostacolo all’afflusso di visitatori internazionali. Infatti oltre al turismo locale, legato alle vicinanza con Berlino, sono poche le “attrattive” offerte da questa terra. Nei piani del suo ideatore, la cupola dovrebbe veicolare circa 2 milioni di visitatori l’anno, ma i dubbi in questo senso sono reali; solo un paio di mesi fa ha chiuso i battenti, ad un anno dall’apertura, lo Space Center, un altro parco dei divertimenti a Nord di Brema.
Agli scettici Hau risponde: “la nostra concezione è molto più vicina a quella di un villaggio vacanze che non quella di un parco a tema, il che interesserà sicuramente un numero più alto di persone”.
C’è da chiedersi se questo progetto non sia solo il frutto di una visione poco realistica, del desiderio di far sognare un popolo fondamentalmente poco incline all’evasione, offrendoli un’illusione alla Truman Show, o se invece Mr. Hau riuscirà nella “missione impossibile” di fare evadere gli abitanti di Krausnick dalla piatta routine di tutti i giorni, creando davvero un nuovo modo di trscorrere weekend e vacanze.