Intervista a Daniele Nepoti, Segretario Generale Aggiunto di Museimpresa

Si parla da tempo del connubio arte/impresa. Il più delle volte si ha il sospetto di una difficile traduzione in termini pratici. Cosa caratterizza in modo esclusivo l’Associazione Museimpresa?
Esistono differenti modi di intendere, interpretare e declinare il rapporto arte/impresa. Si possono individuare due grandi filoni: da una parte quella modalità specifica di interazione mutuata da un passato più che remoto, che vede l’impresa committente o sponsor della produzione e promozione dell’arte. Dall’altra, l’impresa come soggetto direttamente artefice della produzione artistica, seppur inserita all’interno di un processo più ampio di ideazione, progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti e servizi per il mercato.
Esempi tipici della prima modalità possono essere quelli dell’impresa che affida a un architetto o a un artista la progettazione della propria sede direzionale o la realizzazione di opere con cui adornarne gli spazi, piuttosto che, più banalmente, quello dell’impresa che finanzia l’organizzazione di una grande mostra o di uno spettacolo musicale oppure il restauro di un monumento o di un edificio storico.
L’impresa si fa direttamente produttrice di arte quando, nell’ambito della propria attività sociale ordinaria di principale soggetto responsabile della produzione di crescita, sviluppo e ricchezza, utilizza, organizza e promuove competenze a vario titolo afferenti alla sfera artistica. Gli esempi, soprattutto in un paese come l’Italia, sono numerosissimi, tanto che proprio i contenuti simbolici ed estetici sono quelli che più di altri qualificano l’immagine della produzione industriale italiana nel mondo.
Museimpresa ”“ Associazione italiana degli archivi e dei musei d’impresa ”“ opera principalmente in quest’ultimo ambito, anche se è bene specificare che si occupa, più in generale, del rapporto tra cultura e impresa, comprendendo dunque non solo l’arte, ma un ventaglio più ampio di saperi e competenze tra i quali, per esempio, quelli della tradizione tecnico-scientifica. Il discorso potrebbe essere ulteriormente esteso alla cultura d’impresa. Si tratta, in breve, di quell’insieme vasto e diversificato di competenze che riguardano l’organizzazione delle risorse finalizzata alla produzione di merci e servizi per il mercato, alla crescita, allo sviluppo e al mantenimento dell’impresa stessa: terra, capitale e lavoro ”“ per rimanere ai “classici” ”“ finanza, ricerca & sviluppo, gestione della filiera, marketing, logistica e comunicazione ”“ per usare un linguaggio più contemporaneo.

L’idea della rete di imprese è suggestiva anche se molto impegnativa. In che modo avviene la partecipazione delle imprese, su quali presupposti?
Le imprese a cui fanno capo gli archivi e i musei associati solitamente delegano i curatori delle proprie strutture a tenere i contatti con l’Associazione e partecipare alle attività . I presupposti alla base della partecipazione, come avviene per qualsiasi organizzazione al di là del campo di attività , è che la cooperazione all’interno di un sistema consenta di produrre risultati diversi e migliori, grazie al continuo scambio di informazioni, al confronto tra punti di vista ed esperienze differenti, alla messa in comune di strumenti e contatti e così via.

Si parla di archivi delle imprese, in altri termini si allude alla possibilità di consolidare veri e propri musei? A parte lo scopo conservativo della collezione, quali sono le strategie per la promozione di questi contenuti?
Il panorama degli archivi e dei musei di impresa è estremamente diversificato. Il nesso tra esistenza di un archivio e costituzione di un museo non è affatto scontato, talvolta neppure possibile o auspicabile. All’interno di Museimpresa convivono archivi esclusivamente cartacei a puro scopo conservativo che forse possono avere poco appeal per il grande pubblico, ma costituiscono un patrimonio preziosissimo per studiosi, ricercatori e storici e per le imprese stesse. Altre strutture, anche con caratteristiche museali, nascono e continuano a vivere soprattutto per assolvere a una funzione estremamente importante nelle fasi di ideazione e progettazione di nuovi prodotti, consentendo di attingere a un enorme capitale di idee, progetti e prototipi. Esistono certamente anche veri e propri musei, costituiti addirittura in relazione a puri obiettivi di promozione. Oggi, sempre più spesso si fa ricorso alla pratica dell’evento territoriale per stimolare il pubblico alla frequentazione di un museo.

Come opera, o quale apertura ha Museimpresa rispetto alle risorse – anche turistiche – del territorio?

Innanzitutto va sottolineato che uno degli associati, per quanto con status del tutto particolare, di Museimpresa è Federturismo. Questo fatto rappresenta di per sé il segno, non solo di un forte interesse verso il turismo, ma di un rapporto organico con alcuni importanti attori del settore. A conferma dell’interesse, può anche essere citata la prima pubblicazione dell’Associazione, uscita nell’estate del 2003 edita in collaborazione con il Touring Club Italiano: la prima guida al Turismo Industriale in Italia, il cui obiettivo è proprio quello di inserire anche i musei d’impresa all’interno di circuiti e itinerari turistici tradizionali.

Per la maggior parte delle persone la cultura d’impresa è qualche cosa di connesso alla pratica aziendale. In realtà ci sono aziende impegnate in cultura o che, esse stesse, rappresentano pezzi di cultura e di storia del nostro Paese. C’è secondo voi una percezione simile nel pubblico?

Come specificato, la cultura d’impresa è connessa alla pratica aziendale. Ciò non significa che quella pratica non si avvalga, non contamini o non sia contaminata anche da culture e saperi altri. Molta della storia d’impresa, soprattutto italiana, è costituita dalla messa a valore di fattori spesso afferenti al campo extraeconomico; basta pensare all’importanza del capitale sociale nelle vicende dei distretti industriali, fenomeno così tipico della nostra economia, piuttosto che al coinvolgimento di intellettuali, architetti, grafici sociologi e persino scrittori avvenuto nell’esperienza di alcune grandi imprese italiane (Olivetti e Pirelli, per citare i casi più noti). È forse vero che la percezione dell’impresa come parte della cultura del Paese è ancora debole, ma ci sono segnali di un interesse crescente. Ne abbiamo, come Museimpresa, un riscontro diretto quando organizziamo le iniziative che costituiscono buona parte del programma della Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Confindustria ogni anno a fine novembre. Gli spettacoli teatrali su alcune storie d’impresa (quest’anno si trattava di Adriano Olivetti di Laura Curino e Gabriele Vacis), le rassegne cinematografiche su materiali filmici conservati dagli archivi d’impresa o le visite guidate e i laboratori presso i musei associati registrano sistematicamente un successo di pubblico superiore alle aspettative. Sono dati che fanno ben sperare per un futuro di maggior presenza diretta dell’impresa nel panorama degli eventi e della produzione culturale anche attraverso i propri materiali e le proprie strutture. Si lavora molto sull’immagine dell’associazione.

Quali sono i benefit per i membri, a quali servizi hanno diritto?

Le attività di Museimpresa possono comprese in due grandi filoni: quelle dirette verso l’esterno e quelle dirette agli associati. Le prime consistono principalmente nell’organizzazione diretta di iniziative ed eventi culturali, nell’attivazione di partnership con università, altri attori economici e associativi, attraverso le quali gli associati possono ottenere visibilità e accedere a canali di comunicazione diversi da quelli consuetudinari o a circuiti di relazioni in qualche modo esclusivi. Oltre alla già citata Settimana della Cultura d’Impresa, un esempio può essere rappresentato dal recente Protocollo d’Intesa sottoscritto tra Museimpresa, Federturismo e Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per inserire all’interno delle attività didattiche di scuole e università tematiche inerenti la cultura d’impresa e far conoscere ad alunni e studenti la realtà degli archivi e dei musei d’impresa. Le attività dirette agli associati vanno dai corsi di formazione alla possibilità di ottenere informazioni di specifico interesse per archivi e musei (per esempio di carattere tecnico o normativo), dall’accesso all’area riservata del sito che offre ulteriori servizi di formazione on-line, banche dati, format per modulistica, alla possibilità di ottenere consulenze specifiche per lo sviluppo delle proprie attività.

Prossimi obiettivi?
Tra gli obiettivi prioritari, oltre all’ulteriore consolidamento della struttura associativa e all’iscrizione di nuovi associati, ci sono quelli dalla trasformazione di Museimpresa in associazione legalmente riconosciuta, l’effettiva implementazione del Protocollo d’Intesa con il Ministero e il progressivo dispiegarsi della presenza di Museimpresa sull’intero territorio nazionale attraverso l’organizzazione di iniziative ed eventi e la collaborazione con le università.

Riferimenti:
www.museimpresa.com