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Il Parlamento Europeo, con Urban II, ha sottolineato la necessità di adottare un approccio integrato per la politica urbana, con obiettivi ormai specifici di coesione sociale ed economica, occupazione, competitivà e sostenibilità in termini di riqualificazione ambientale. Parole che devono essere lette nell’ambito di una rosa d’intervento che trova nella lotta al degrado e nel riutilizzo intelligente e funzionale degli spazi urbani degli obiettivi naturali.
Inquadrando la cosa, non solo in riferimento ad articoli pubblicati in questo stesso numero (vedi The Gate), possiamo fare riferimento, nell’incontro di programmazione comunitaria, cultura e partecipazione di attori preposti all’intermediazione tra le amministrazioni pubbliche e contenuti di ricerca, ad alcuni dei più interessanti progetti di riqualificazione del tessuto urbano.
Il progetto Nuovi Committenti, sostenuto dalla Fondazione Olivetti con la collaborazione dell’associazione culturale a.titolo, e inserito nell’ambito di “Urban II ”“ Mirafiori Nord” a Torino, è un esempio ottimo d’interazione di stimoli diversi. La Fondazione Olivetti partecipa come partner esterno al progetto che, promosso dalla Direzione Generale Politiche Regionali e dal Ministero dei Lavori Pubblici, si inserisce, in realtà , nel Progetto Speciale Periferie che il Comune di Torino ha attivato dal 1997. In questo senso la città è da sempre molto attenta alle tematiche sociali e culturali e non è un caso che, proprio in un ex quartiere industriale, si verifichi la convergenza di programmi diversi.
Certo se, come ha sottolineato Anna Prat, urbanista responsabile Urban, il forte approccio partecipativo e di co-progettazione con abitanti e realtà economiche locali, mira più che altro a innescare l’idea del recupero partendo dalle potenzialità delle relazioni sociali e della collaborazione più che all’intervento strutturale di riconversione e recupero urbanistico del quartiere, se l’obiettivo è mettere in moto rapporti, favorire reti, d’altro canto il progetto Nuovi Committenti, inserito in questa prospettiva, favorisce una fase di comprensione del quartiere con interviste, ricerche fotografiche, incontri con gruppi locali, consente di trovare i luoghi e di impostare l’intervento artistico all’interno di un quadro reale. Insomma, un esempio di cultura e sviluppo locale indirizzato a beneficio di un quartiere ormai privato dell’identità di area industriale, di un quartiere che “non fa rumore”, senza alcuna vivacità sociale e (dis-)abitato da persone lontane da qualsiasi ambizione di integrazione.
Un progetto come quello di Nuovi Committenti può avere allora carattere di partecipazione, di condivisione di esperienze e di intervento di consapevolezza del proprio territorio (una ri-acquisizione di uno spazio proprio) prima ancora che operazione preminentemente estetica. Un inizio per cercare intanto di stimolare una ripresa, e favorire la definizione di modelli da riproporre altrove.
NUOVI COMMITTENTI
Versione italiana del modello “Nouveaux Commanditaires”, ideato nel 1992 da Franà§ois Hers (artista e responsabile dei progetti culturali della Fondation de France) “Nuovi Committenti” prevede la realizzazione di opere d’arte contemporanea che rispondano a specifiche richieste, avanzate da cittadini o da vari gruppi sociali, per la valorizzazione di spazi in edifici pubblici o di uso pubblico e in altre aree, come piazze o giardini, attraverso un intervento artistico messo a punto a seguito di un lavoro di analisi e ascolto operato da mediatori culturali.
www.fondationdefrance.org
www.fondazioneadrianolivetti.it
TORINO, MIRAFIORI NORD
Il libro Torino, Mirafiori Nord, edito da Luca Sossella Editore e curato da a.tito