Il prossimo 17 giugno nascerà l’Associazione Wikimedia Italiana, organo ufficiale di diffusione e sostegno del software wiki e dei progetti ad esso correlati. Un passo importante, che darà alla comunità di appassionati animatori dell’iniziativa maggiori strumenti legali e un’immagine più compatta. Sulla scia di simili associazioni e fondazioni già attive in America (Wikimedia Foundation), Germania (Wikimedia Verein) e Francia (Wikimedia France).
Ma cos’è un wiki? Il nome deriva nientemeno che da un termine hawaiano e significa rapido, veloce. Secondo la definizione offerta dagli stessi wikipediani, il wiki è “un sito web (o una collezione di documenti ipertestuali) che permette ad ogni utilizzatore di aggiungere contenuti, come in un forum, ma anche di modificare i contenuti esistenti inseriti da altri utilizzatori.” Tutto questo, usando semplicemente un browser, cioè un programma di navigazione per il web. La facilità d’uso e il potenziale collaborativo di questo strumento lo hanno reso celebre in pochissimo tempo, trasformandolo nel simbolo di una nuova attitudine alla conoscenza. Un’attitudine sintetizzabile in tre aggettivi: libera, condivisa, mutevole.
Anche se il software wiki viene utilizzato per gli scopi più diversi (diari personali, piattaforme di studio, esperimenti di letteratura collettiva) il progetto più ambizioso è sicuramente Wikipedia, l’enciclopedia libera. La versione italiana è partita nel 2001 e contiene già più di 46.000 articoli, un numero in costante crescita, mentre nella sua versione internazionale l’enciclopedia ha già superato il milione di voci. Tutti gli utenti, preventivamente registrati, possono contribuire all’impresa, aggiungendo nuovi articoli, correggendo o integrando quelli già esistenti. Naturalmente ogni revisione va discussa e adeguatamente motivata. Lo spirito è quello di “collegialità e mutua comprensione”, battezzato con il neologismo dal sapore hippy “wikiLove”, amore per la conoscenza: “perché siamo tutti qui per un’unica ragione: amiamo accumulare, ordinare, strutturare e rendere liberamente disponibili le conoscenze che abbiamo sotto forma di un’enciclopedia senza precedenti”.
I tomi virtuali della biblioteca del sapere partecipato aumentano, secondo alcune stime, del sette per cento ogni mese, e c’è già chi si preoccupa per la conseguente difficoltà nel controllo dei contenuti. Se infatti la vitalità e il valore etico del progetto sono fuori discussione, non poche voci si sollevano per mettere in guardia sui rischi.
La problematica principale, naturalmente, riguarda l’affidabilità delle informazioni immesse, spesso affidata alla coscienza del redattore e al suo senso di responsabilità . Intanto, in America, la Fondazione Wikimedia, presieduta da Jimmy Wales, sta già lavorando alla versione 1.0 di Wikipedia, nella quale verrà introdotto un sostanziale cambiamento. Una parte delle voci infatti, verrà ritenuta definitiva e “chiusa” alle possibili modifiche, dopo un’accurata revisione fatta da esperti dei vari settori. Il progetto proseguirebbe quindi solo con l’aggiunta di una nuova serie di informazioni. Si medita anche sulla possibilità di realizzare edizioni stampate o su cd-rom. Encarta, l’enciclopedia on line di Microsoft già sembra seguire le orme dell’enciclopedia libera, dando la possibilità agli utenti di editare i contenuti. Ma c’è chi giura che Wikipedia stia facendo tremare persino la Britannica”¦

Wiki – la storia del nome
Ward Cunningham (il padre del primo wiki) si ispirò al nome “wiki wiki” usato per i bus navetta dell’aeroporto di Honolulu. Wiki wiki fu la prima parola che egli apprese nella sua prima visita alle isole, quando un addetto dell’aeroporto lo invitò a prendere un “wiki wiki bus” operante tra i vari terminali. Citando Cunningham: “I choose wiki-wiki as an alliterative substitute for quick and thereby avoided naming this stuff quick-web.”

Riferimenti:
http://it.wikipedia.org/wiki
http://en.wikipedia.org/wiki