Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Intervista a Cecilia Casorati
Riunire in un solo luogo tutte le riviste d’arte, di architettura e di design del mondo. Un progetto ambizioso, com’è nato?
Wayleave è un progetto “aperto” -curato da me, Lorenzo Benedetti e Silvia La Padula- che nasce dal voler riflettere in maniera profonda e, direi, reale, sull’idea di informazione nell’arte e nell’architettura contemporanee. L’informazione è un concetto la cui importanza diventa sempre più evidente nel mondo dell’arte. La sua espansione rispecchia naturalmente un chiaro bisogno di comunicare e diffondere esperienze e situazioni che altrimenti rimarrebbero “locali”. Ma soprattutto corrisponde allo sviluppo dei musei e all’ampia fioritura di nuove rassegne internazionali. L’esperimento Wayleave nasce anche dal desiderio di rendere reale e visibile in un unico spazio la vastissima (e molto varia) galassia informatica dell’arte e dell’architettura.
Che sviluppi avrà , aldilà della mostra romana, l’iniziativa? E’ un progetto di ricerca a lungo termine?
Wayleave, come ho già detto, è un work in progress, un progetto concepito come un osservatorio di ricerca sull’informazione nel campo dell’arte e dell’architettura contemporanea, dunque è in costante cambiamento o, forse, sarebbe meglio dire in costante ampliamento. Il punto focale del progetto è il sito, che oltre ad un archivio rappresenta anche un luogo di confronto e di dibattito.
Sono previste anche altre tappe, italiane o internazionali, per la mostra?
Stiamo valutando alcune nuove proposte di collaborazione che sono saltate fuori durante la mostra. Per ora abbiamo programmato una tappa in Francia e un’altra tappa in Italia.
Quali sono le principali considerazioni emerse da questo immenso lavoro di scandaglio dell’editoria d’arte? E’ un settore in buona salute? Avete notato particolari differenze di approccio tra i diversi Paesi?
Se la salute si misura dalla vivacità , direi che è un settore in buona salute; c’è un forte incremento delle nascite soprattutto tra le riviste on line. La situazione generale, comunque, rispecchia anche una grande difficoltà nel riuscire a superare i due/tre anni di vita.
E’ stato molto interessante vedere, nella fase di ricerca, come attraverso le riviste si possa monitorare l’atteggiamento verso l’arte contemporanea nei diversi paesi. Ci sono molte realtà nuove che vogliono farsi sentire, che hanno voglia di comunicare, e spesso il mezzo più pertinente è la rivista. Le nuove realtà interessanti sono i paesi dell’est Europa come la Romania o la Polonia. In questi paesi le riviste nascono quasi sempre dall’iniziativa di gruppi di artisti o/e di architetti che si aggregano in maniera spontanea.
Attraverso quali finanziamenti si sostengono queste esperienze editoriali?
La situazione è molto differenziata e difficile da riassumere in poche parole. In maniera generale credo si possano individuare due grandi filoni: le riviste che si sostengono grazie alla pubblicità e alla vendita (le due cose sono strettamente legate) e quelle che si autofinanziano.
E la distribuzione? Questi giornali sono difficili da trovare?
Wayleave nasce anche da una precisa esigenza locale: Roma, infatti è tagliata fuori dalla distribuzione delle riviste internazionali, se escludiamo alcune delle più famose. In ogni caso la distribuzione mi sembra sia il primo problema per la maggior parte delle riviste che abbiamo in mostra. Forse è proprio per le carenze nella distribuzione che Wayleave ha suscitato tanto entusiasmo sia tra le riviste che tra i visitatori della mostra”¦siamo riusciti a coniugare il desiderio di farsi vedere con il desiderio di guardare.
Cecilia Casorati e critica d’arte e curatrice. Ha ideato e realizzato, insieme a Lorenzo Benedetti e Silvia La Padula, la mostra e e il progetto Wayleave. Vive a Roma.