Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Quando nasce la vostra organizzazione, e da quali esigenze?
Audiences Europe Network nasce ufficialmente alla conferenza internazionale di York (Gran Bretagna) nell’aprile del 2004. Anche se precedentemente ha operato per diversi anni come rete aperta. La sua creazione è il risultato dell’interesse, da parte di numerosi professionisti del settore culturale provenienti da tutta Europa, di capire come si stia sviluppando il rapporto del pubblico con la cultura, l’accesso e la fruizione ai prodotti ed ai servizi culturali in tutta Europa.
Che tipo di attività svolgete?
AEN organizza un programma di masterclasses, di cui il recente meeting di Milano è un esempio. Tutte le conferenze sono sviluppate intorno ad un tema di interesse comune, e rappresentano per gli operatori culturali con più esperienza in questo settore, un modo per incontrarsi, scambiarsi esperienze, fare “sistema”. Tra gli altri eventi, ci siamo occupati di Turismo culturale a Tenerife, del rapporto tra consumatore e cultura nella conferenza che si è tenuta ad Edimburgo, e di Bigliettazione a Barcellona lo scorso 10/11 Novembre. Accanto al programma dei workshop, stiamo lanciando un programma di scambio, un programma di formazione e training e alcune campagne di sensibilizzazione sul tema della ricerca congiunta e del marketing.
Ha appena citato l’evento organizzato a Milano, con invitati di tutta Europa, per fare il punto sulla situazione dell’audience development. Quali considerazioni sono emerse?
La conferenza di Milano era incentrata soprattutto sulla ricerca in ambito culturale e sul benchmarking. Abbiamo avuto numerosi esperti provenienti da 7 paesi europei; l’evento è stato un successo di partecipazione e di presenze. Nel corso di questi due giorni di convegno, abbiamo imparato cosa sta succedendo in Europa dal punto di vista della disseminazione, della raccolta e dell’utilizzo di dati statistici e di ricerche in ambito culturale. Abbiamo raccolto inoltre numerosi casi studio di diverse organizzazioni sui nuovi metodi di ricerca e benchmarking in questo settore.
Che tipo di pubblico frequenta gli eventi culturali in Europa? Potete abbozzarne un profilo?
Non si può parlare di un unico profilo, anche se è interessante vedere che esistono dei punti in comune, come ad esempio le persone affrontano le stesse istanze, come reagiscono in modo diverso a prodotti simili. Uno degli argomenti più sentiti rimane quello dell’esclusione sociale dalla fruizione di determinati aspetti della cultura, ed in questo senso è interessante studiare i modi diversi in cui questo fenomeno viene studiato e capito.
Quali sono i metodi di rilevamento e studio dei flussi di pubblico più efficaci?
Non credo di riuscire a rispondere a questo, è una domanda troppo difficile! Ma quello che è sembrato chiaro nel corso della conferenza di Milano, è stato il bisogno di avere statistiche sia quantitativamente che qualitativamente valide, l’importanza di fare le domande giuste (sembra ovvio ma molti di noi non afferrano l’importanza di questo) e di non sottovalutare il valore dei dati secondari ”“ studi governativi, ricerche provenienti da altre fonti. Spesso il valore aggiunto viene proprio dal saper combinare questi dati con quelli raccolti direttamente dal pubblico preso in esame.
In che modo le nuove tecnologie posso essere d’aiuto in questo senso? Sempre più importante! Ma dobbiamo sempre tenere a mente perché commissioniamo delle ricerche ”“ qual’è il problema che cerchiamo di risolvere?
Le tecniche di marketing culturale, rivolte al coinvolgimento del pubblico, si stanno rinnovando? Se si, come? Sì penso si stiano sviluppando rapidamente. Da questo punto di vista la tecnologia sta aprendo nuove strade per l’accesso e la comunicazione con le persone, così come il mercato<