I lavori appena conclusi a Vitry del Museo d’arte contemporanea della Val-de-Marne (Mac/Val) simboleggiano la politica culturale di un distretto innovativo. Il museo infatti ”“ribattezzato immediatamente Museo di Francia”“ è stato pensato come uno spazio di scambio e di espressione per gli artisti, ma anche come uno strumento al servizio di tutti i pubblici.
La struttura ”“progetta dall’architetto Jacques Ripault”“ è stata impiantata nel centro storico di Vitry-sur-Seine, a sei chilometri da Parigi, circondata da un giardino pubblico di 10000 metri quadri ed una molteplicità di ampie aperture sul mondo esterno. Tutto lo stabile s’integra al percorso degli abitanti, proponendo loro di scappare dall’urbanità oppressiva di una periferia industriale. La stessa politica di elaborazione affonda le radici su una visione della cultura come mezzo d’emancipazione. L’idea che l’arte sia un potente fattore di democrazia è in effetti difesa da qualche anno dai politici locali.
Luogo di passaggio e d’incontro, il Museo della Val-de-Marne comprende al suo interno anche un cinema, un centro di documentazione, degli alloggi per gli artisti, un ristorante ed una libreria Bookstorming. Con i laboratori e le attività organizzate, non vuole solo proporre un modo diverso di concepire la visita guidata, ma aprirsi su un territorio e toccarlo con mano. “Venite a prendere l’arte”. Era questo lo slogan della campagna di comunicazione del Mac Val, “perché l’arte in fondo s’aggrappa ai corpi per scendere nelle strade, ancorarsi ai centri storici e toccare gli animi”. Un movimento che porta a riposizionare le banlieue nel panorama culturale contemporaneo.
La stessa Evelyne Rabardel, Consigliere di Vitry incaricata per i beni culturali ha parlato del cambiamento dell’immagine della città : “Da qualche tempo ”“afferma”“ ho l’impressione che gl’industriali e i responsabili delle associazioni si trovino di fronte ad un’immagine della città rivalorizzata”. Per invitare la popolazione locale a familiarizzare e ad appropriarsi del museo, durante i lavori di costruzione, l’équipe museografica già istallata sul posto in locali provvisori, ha organizzato delle esposizioni sul cantiere, in una sala fittizia. Dal 2002 il pubblico ha anche avuto la possibilità di accedere liberamente alle opere della collazione e di seguire la costruzione del museo, nonostante la storia di quest’ultimo risalga al 1982. In quell’anno infatti il Presidente del Consiglio generale della Val-de-Marne decise di dotarsi di una competenza culturale e in piena epoca di decentralizzazione, fu uno dei primi dipartimenti a dotarsi di un servizio culturale.
Il Museo poi ha saputo accogliere e sottolineare quelle spinte centrifughe tipiche delle banlieue, rivolgendosi e rivalorizzando anche i suoi abitanti. Gli stessi rappeurs della zona, fustigatori dei poteri pubblici, hanno usato la statua di Debuffet che sorge davanti al Museo, come copertina per il loro album, come per affermare la nuova carta d’identità al loro territorio.

Riferimenti:
www.macval.fr