Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Se ne vedono tanti, sempre più spesso. Se ne stanno seduti in un angolo a leggere o passeggiano su e giù per le sale con le braccia dietro la schiena. Quando arriva un visitatore, sorridono, salutono, offrono informazioni. Sono gli anziani che svolgono attività di volontariato nei musei italiani, occupandosi della guardiania, dell’accoglienza, a volte anche delle visite guidate. Presenze familiari, discrete e rassicuranti. E se fino a poco tempo fa il fenomeno era di nicchia, negli anni è molto cresciuto, anche grazie all’attività di Comuni e Soprintendenze, Associazioni di Volontariato e Sindacati per gli anziani. Tanto cresciuto da diventare non solo, com’era nelle intenzioni, una possibilità in più di inserimento sociale dei cittadini anziani, ma anche in alcuni casi, uno strumento di marketing per il turismo. Questo perché i visitatori non più giovani, hanno dimostrato di gradire moltissimo l’accoglienza dei propri coetanei, sia in veste di custodi che di vere e proprie guide alla visita.
Troppo spesso infatti, musei e mostre non agevolano in alcun modo l’accesso alla fascia di pubblico cosiddetta della “terza età ”, né con servizi e facilitazioni (escluso, naturalmente l’ingresso libero per gli over 65), né con adeguati supporti informativi. Da un’indagine condotta dalla Città di Torino nel 2002 [1] risulta che le difficoltà maggiormente segnalate dagli stessi anziani nei confronti della frequentazione dei musei riguardano l’affaticamento (mancanza dunque, di luoghi per la sosta), la scarsa leggibilità delle informazioni, collocate troppo in alto o in basso o scritte con caratteri eccessivamente piccoli, ma soprattutto la mancanza di un itinerario da seguire, di consigli su “cosa vedere” e in quale ordine. Come viene chiaramente spiegato nel documento: “la categoria degli anziani (+60 anni) sembra molto attenta alla disponibilità di supporti informativi quali visite guidate e audio-guide. I visitatori anziani, inoltre, sono soliti chiedere informazioni al personale di sala, ampliando così la gamma dei sussidi alla propria visita, molto più dei giovani visitatori.”
E’ proprio in questo quadro che si va ridefinendo il possibile ruolo del volontariato degli anziani nelle strutture museali. Un patrimonio di cui molti iniziano ad intuire il grande valore. D’altra parte, anche se nella maggior parte dei casi le attività di volontariato della terza età riguardano l’area assistenziale e religiosa, va rilevato anche che il numero di anziani che vi si dedicano è in continua crescita. Secondo una stima recente, infatti, nel nostro Paese un terzo degli over 65 risulta iscritto ad un’associazione e uno su dieci svolge regolarmente attività di volontariato.
La “terza età ” dunque, non ha più solo bisogno di assistenza, ma dà sempre più prova della sua forza, dimostrandosi un serbatoio di energie utili alla società . Anziani sempre meno anziani, insomma. Anche nei musei.
www.fnp.cisl.it/anteas
www.auser.it
[1] Un museo, tanti pubblici. Condizioni di accessibilità per i visitatori anziani. Risultati di un’indagine, Quaderno dei Musei Civici n.8, Città di Torino, 2002