Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Nelle tribù arcaiche e in tempi non troppo remoti l’abbandono della gioventù e l’ingresso nella vita adulta era sancito da riti di passaggio violenti e spesso anche un po’ cruenti. La gioventù era un tempo di totale libertà e sperimentazione prima di essere inglobati e accettati nel mondo degli adulti.
Le società si evolvono e, per un trend demografico che nei paesi avanzati dice di una società che invecchia mantenendo spesso benessere fisico e psicologico, i giovani costituiscono una specie in via di estinzione, alle volte anche “invisibile”. Non più riti, né linee d’ombra da attraversare, ma confini anagrafici che si spostano sempre più avanti e che includono nella categoria fette intere di popolazione con un amalgama di esigenze ed interessi.
Una generazione che chiede di chiamarsi fuori dalle logiche che li catalogano come classe di meri consumatori (di marchi, di prodotti, di vacanze, di musica) e che cerca di essere visibile, di avere un potere decisionale. A queste esigenze, alle modalità con cui soddisfarle guardano gli interlocutori istituzionali i quali cominciano a parlare, negli ultimi anni, di politiche per i giovani.
Il mutato quadro istituzionale con l’approvazione, in attuazione delle procedure di delega agli Enti Locali previste dal Decreto Bassanini, disciplina anche il processo di decentramento delle politiche giovanili con il coinvolgimento delle Province e dei Comuni. Il decreto riserva alle Regioni il compito di definire una Pianificazione pluriennale e gli obiettivi prioritari in concertazione con le autonomie locali, alle quali vengono demandate le competenze per la realizzazione diretta di interventi a favore dei giovani. Naturalmente le ristrettezze finanziarie degli enti locali si riflettono nei fondi destinati ai giovani: la spesa media italiana per le politiche giovanili si attesta su un povero 0,25% del bilancio rispetto ad una media europea pari al 2,25%.
Nonostante queste difficoltà , gli enti locali cercano di attuare serie politiche potenziando il riferimento al Libro Bianco della Commissione Europea datato 2001 e diluito secondo interventi e iniziative multiformi nelle diverse realtà territoriali. Il raccordo ed il coordinamento delle politiche dei singoli comuni in tema di giovani è assicurato dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani che lavora per rendere operative delle vere e proprie commissioni per le politiche giovanili.
Nella maggior parte dei casi gli enti territoriali traducono le politiche per i giovani in creazione di sportelli Informagiovani destinati allo scambio di informazioni e di un Assessorato alle Politiche giovanili. Esistono, però, altre attività che facilitano l’integrazione e l’inclusione sociale.
Alcuni esempi. Torino nel suo piano strategico di sviluppo dedica un intero capitolo ai giovani con il progetto “Giovani e idee”. E’ un progetto rivolto a tutti i giovani fino a 30 anni, che singolarmente o in gruppi vogliano realizzare una loro idea in campo sociale, economico o culturale. Esso è concepito in modo da coinvolgere soggetti pubblici e privati che operano sul territorio metropolitano in modo da assicurare risultati tangibili ed, in prospettiva, ricadute imprenditoriali. Dei 202 progetti definitivi raccolti, 17 sono stati “adottati” da alcuni dei soggetti coinvolti (fondazioni bancarie, Città di Torino, Torino Internazionale, The Gate e altri).
Un vero e proprio piano per il protagonismo giovanile si attua quando si definiscono spazi fisici e culturali per esprimere la creatività : a Bologna, se sei giovane e vuoi fare una mostra ma non sai dove esporre le tue foto o i tuoi quadri, oppure stai cercando uno spazio attrezzato per una conferenza o un’altra attività culturale basta consultare il database messo a disposizione dall’Assessorato per trovare quello più adatto.
Milano ha ideato concorsi per attività nel campo del design, della musica, della grafica, della scrittura. Il comune di Palermo attiva una serie di iniziative di stage rivolte ai giovani e centri di aggregazione per avvicinare i giovani all’arte e all’artigianato.
L’innovazione, le idee sembrano essere il serbatoio a cui più spesso attingere per rendere un territorio appetibile, credibile verso l’esterno. In questi termini è immediato il riferimento alle attività dei giovani ontologicamente predisposti alla sperimentazione, al rischio, alla creazione.
La politica conosce, quindi, una virata verso la creatività e l’immaginifico ed accoglie quelle modalità e quei tratti tipici della giovane età. Certo questo deve invogliare la creazione di un legame concreto con la vita reale e facilitare concretamente l’inserimento, per permettere ai giovani, futuri adulti, di smettere di considerare plausibile un mondo del lavoro contrattualmente flessibile ma paralizzato. E aiutarli a smettere i panni dei devoti di San Precario.
Commissione Nazionale Politiche Giovanili Anci – www.anci.it
La Commissione Nazionale Politiche Giovanili dell’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) si è insediata in data mercoledì 20 luglio 2005. Con la costituzione di questo organismo, l’Anci ha inteso avviare una riflessione sulle politiche perseguite dai Comuni nei confronti delle giovani generazioni. La riunione di insediamento, presieduta da Roberto Pella, Responsabile Politico dell’Anci in materia di Politiche Giovanili, ha visto una vasta partecipazione di amministratori e funzionari dei Comuni. In conclusione è stato approvato un breve documento contenente le Linee di attività per i prossimi mesi. La prossima riunione si svolgerà alla fine di settembre.
Riferimenti:
www.politichegiovanili.it
www.informagiovani.it
www.comune.torino.it/infogio/idee