Nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Interreg IIIB (spazio Medocc Asse 4 Misura 3) è stato approvato il progetto Progeco (Protection du territoire par le biais du genie ecologique a l’equelle de bassin versant).
L’Asse 4 del Programma ha come obiettivo la promozione di misure e modalità  per la corretta gestione del patrimonio culturale e delle risorse naturali. In particolare ha tra gli obiettivi la messa a punto di strategie condivise per la prevenzione e la gestione del rischio da catastrofi naturali.
Progeco nasce dall’esigenza di promuovere la protezione del territorio in chiave ecologica, con l’applicazione di tecniche e modalità  basate sull’uso di vegetazione e materiali naturali.
Lo scopo del progetto è quello di testare in differenti ambienti del bacino del Mediterraneo l’efficacia e le potenzialità  delle tecniche di Ingegneria Naturalistica per la difesa idrogeologica e la rinaturalizzazione degli habitat naturali.
L’Ingegneria Naturalistica ha trovato negli anni passati interessanti applicazioni e notevoli risultati nelle regioni dell’arco alpino. In Italia le esperienze effettuate hanno portato alla redazione da parte di alcune Regioni alla produzione di manuali su questo tema al fine di favorirne la diffusione e corretta applicazione .
Con Progeco si vuole, attraverso lo scambio di informazioni tra diversi soggetti europei, cominciare a raccogliere e sistematizzare le conoscenze acquisite; fornire una serie di linee-guida di base che possano essere di riferimento per trasferire in ambienti diversi del bacino del Mediterraneo le metodologie acquisite circa l’approccio ecologico alla risoluzione di problemi di instabilità  e dissesto del territorio.
La scelta di considerare il bacino idrografico come unità  di riferimento risponde all’esigenza di integrazione delle componenti naturali, sociali, culturali e storiche e consente di tenere conto degli effetti di scala nell’analisi dei fenomeni e nella progettazione degli interventi. Infatti solo a livello di bacino possono essere correttamente comprese le cause che concorrono a determinare fenomeni di dissesto o alterativi in atto per quanto possano essere puntuali e limitati.
Perciò è solo una conoscenza delle interazioni dei fenomeni a livello di bacino (stato di conservazione della vegetazione, variazioni microclimatiche, pressione antropica, geologia) che può permettere di effettuare gli interventi più corretti, di solito diffusi e meno invasivi rispetto alle tecniche edilizie tradizionali.
Uno dei criteri fondanti dell’Ingegneria Naturalistica è proprio quello effettuare interventi (una volta comprese, a mezzo delle più opportune indagini, le cause di un fenomeno di dissesto o erosivo in atto) con l’impiego di specie vegetali autoctone associate a legno e pietra che siano quelli effettivamente necessari per avviare un naturale processo di recupero di un dato ambito evitando interventi ridondanti e modificativi dell’assetto vegetazionale presente.
Gli interventi di Ingegneria Naturalistica, prevedendo l’uso di specie vegetali per piantumazione, per messa a dimora di talee, per seminagione ecc, richiedono tempi più lunghi di lavoro rispetto ad un intervento con tecniche tradizionali e non sempre possono essere applicate da sole per la risoluzione di ogni problema ma è indubbio che solo attraverso la diffusione nell’applicazione di tali tecniche che si potranno esplorarne tutte le potenzialità  e i limiti.
Con il progetto Progeco sono previste tre aree campione ove effettuare la sperimentazione in ambienti diversi per verificare l’esito delle applicazione di tecniche di ingegneria naturalistica a diversi problemi territoriali.
Il primo caso riguarda la risoluzione di fenomeni di dissesto ed erosivi presenti lungo un versante spondale del torrente Guttureddu p