Un luogo reale, fisico e tangibile di incontro interdisciplinare tra arte e natura, per rendere partecipe un pubblico più vasto rispetto a quello che generalmente hanno i musei e i centri d’arte contemporanea. Un pubblico curioso, accomunato dalla ricerca di spazi di espressione e di coinvolgimento personale. Il parco è un contenitore che anche nella sua struttura architettonica ad ipogeo e mimetizzata nel verde informa della sua identità  l’intero progetto: un’identità  legata ai mutamenti della natura, alla dinamicità  e flessibilità  delle sue trasformazioni.
La costruzione ottagonale inserita nel cuore del parco viene anticipata da una zona franca da intendersi come luogo di decompressione necessario prima di immergersi nel magma di stimoli previsti da un percorso artistico composto da sette tappe: Bioma 2000 di Piero Gilardi, Trefle di Dominique Gonzales-Foerster, La maison di Nils Udo, Nebulosa di Enrica Borghi, La nave di Richi Ferrero, Soli come profeti di Marco Porta e Corsa di suoni di Ennio Bertrand. Sette luoghi, ciascuno identificato da un colore diverso, per un accesso casuale agli atelier.
Il PAV, che sarà  aperto nell’estate del 2006, prevede laboratori da svolgersi sia all’aperto che all’interno delle strutture, con l’obiettivo di ospitare stage sul tema arte-natura e spazi disseminati nel bosco di cinta in cui i visitatori potranno apprendere le tecniche espressive più disparate: dall’arte del movimento all’alchimia biotecnologia.
Gli interventi degli artisti non sono poi destinati ad esaurirsi con le installazioni già  prodotte, ma intendono proseguire nel tempo cercando la collaborazione del pubblico le cui produzioni saranno ospitate nella struttura. Questo il senso della sezione ricerche creative, che strizza l’occhio al territorio ospite cercandone la collaborazione operativa ed aprendosi a partnership con altre organizzazioni culturali o sociali. Una sezione che, adottando un metodo relazionale, intende insegnare anche ai visitatori gli strumenti per disciplinare le informazioni provenienti dall’esterno e farne oggetto di contemporaneità  artistica. Sollecitando nuovi punti di vista e soddisfacendo bisogni culturali ed espressivi.
La superficie destinata a parco è di circa 23.000 mq. di cui 750 mq. in un’area che è adiacente alla nuova sede degli uffici AMIAT che sono in fase di realizzazione. Il parco confina con la stazione di Torino Lingotto e con la Strada Olimpica, che collega il centro della città  al Villaggio Olimpico e Media realizzato sull’area degli ex Mercati Generali di Torino.
Un progetto che parte dalla pubblica amministrazione comunale e che sposa l’arte e l’ecologia alla ricerca delle strade più efficaci per impostare azioni di rigenerazione. In un tessuto urbano in continua ebollizione grazie alle trasformazioni architettoniche imposte dalla scommessa olimpica che la città  sta giocando.
Una città  che da sempre è laboratorio di progettazione di spazi che cerca di amplificare la sua presenza nel mercato del turismo mondiale potenziando il turismo culturale sia locale che internazionale. Un’ambizione evidenziata dalla collaborazione artistica con il Museo d’Arte Contemporanea MAMCO di Ginevra e del Centro d’Arte Contemporanea Le Consortium di Digione. Nel rispetto di una vocazione alla sperimentazione tipica dell’identità e della storia della città.

www.parcoartevivente.it
www.comune.torino.it