La realtà è analizzata nelle città metropolitane intese come luogo privilegiato, sebbene assolutamente non esaustivo, in quanto ospiti dalla gran parte dell’attività produttiva nazionale e termina con l’invocazione ad un piano regolatore del teatro. Metafora che va intesa come metodologia progettuale e strategica per lo sviluppo del teatro secondo le necessità infrastrutturali ed il rapporto con gli spazi urbani ed extraurbani.
Se l’evoluzione delle politiche per il teatro, tra ridimensionamenti dei finanziamenti, riforme non attuate e nascita di nuovi organismi, rivela miopia e scarsa attenzione, spiragli sembrano aprirsi con il passaggio di competenze dallo Stato alle Regioni in grado di scardinare l’immobilità . Del resto la capacità di auto-rinnovamento del teatro riemege grazie al potenziamento e all’apertura di nuovi mercati e alle interazioni con altre filiere o discipline: il sociale, le artivi visive, il marketing del territorio, le collaborazioni internazionali.
La riflessione si allarga a comprendere tutte quelle buone pratiche, soluzioni organizzative ed economiche che tra fusioni (con un’approfondimento del caso Elsinor), circuiti teatrali regionali (il caso AMAT) e centri sociali autogestiti (il caso Rialto Sant’Ambrogio a Roma e Torkiera a Milano) riescono a risolvere creativamente le difficoltà endogene del settore.
Il libro si basa su un’accurata e puntuale base teorica assicurata da ricerche approfondite, ma il suo più grande merito è riuscire a filtrare ed addolcire l’analisi attraverso uno sguardo di buon senso e il pragmatismo di chi non ha mai smesso la pratica organizzativa dello spettacolo dal vivo.

Il teatro possibile
Gallina Mimma
Franco Angeli 2005 euro 28,00
ISBN : 8846465997