Definizioni e luoghi comuni si susseguono, ma la ricerca necessita di chiarezza e di un approccio nuovo: antropologico e filosofico. Si osserva, infatti, come interculturalità  sia una definizione “adottata in modo troppo spesso automatico e a-problematico da molti progetti, che si auto-definiscono interculturali”, ma che spesso non riguardano specificatamente l’interazione verso l’altro come persona, quanto piuttosto la gestione di servizi di assistenza per immigrati o la valorizzazione di aspetti puramente folkloristici di culture altre.

Questo mentre esistono iniziative che  “contribuiscono realmente alla conoscenza, alla convivenza e allo scambio tra culture diverse”, che però non  si definiscono esplicitamente interculturali e si collocano in circuiti tradizionalmente distanti dal tema dell’immigrazione e dell’integrazione. In questo senso le iniziative culturali rappresentano un caso emblematico.

La ricerca si pone quindi l’obiettivo, in primo luogo di analizzare il concetto stesso di interculturalità  in senso antropologico e filosofico. Intercultura intesa quindi come processo che mette in relazione diverse persone appartenenti a diverse culture in modo da agevolarne il dialogo.

Inoltre, il progetto mira alla costruzione di una banca dati delle esperienze europee presenti nei diversi settori in cui può avere luogo una reale pratica interculturale, vale a dire media, arti, educazione, ricerca, qualità  della vita.  Come osserva, infatti, Sandra Federici, coordinatrice del progetto, “Interculture Map vuole dare un contributo di analisi e di riflessione su quanto realizzato in un confronto a livello europeo“, non semplificando – e quindi sminuendo – la portata del tema trattato, ma piuttosto sistematizzando il lavoro fatto a livello europeo. L’approccio  si discosta dalla semplice catalogazione di “associazioni interculturali”, ma analizza 5  aree in cui può avere luogo la pratica interculturale, all’interno delle quali sono stati individuati gli attori e le azioni  dell’intercultura: l’intercultura e le arti; l’intercultura e i media; l’intercultura e l’educazione, l’intercultura e la qualità  della vita, l’intercultura e l’università .

La banca dati è accessibile sul sito www.interculturemap.org (attualmente in costruzione), in cui sono anche disponibili la ricerca e un forum per scambiare impressioni ed idee sul tema.

Il progetto è stato cofinanziato dalla Commissione Europea (Direzione Generale Libertà  e Sicurezza) nell’ambito del Programma INTI ”“ Integrazione degli immigrati dei Paesi Terzi nella società  e realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo. Il programma INTI finanzia la realizzazione di progetti pilota che promuovano l’integrazione nell’Unione Europea di persone extracomunitarie con lo scopo di promuovere il dialogo con la società  civile, di sviluppare modelli di integrazione, di evidenziare e valutare buone prassi nel campo dell’integrazione e di creare reti a livello europeo. Il principio che ispira questa linea di finanziamento è la promozione i vie nuove ed innovative di integrare gli immigrati nei Paesi Ue, valorizzando se possibile le esperienze passate, ed incoraggiando la cooperazione tra Stati membri e la creazione di partnership transnazionali.

Al progetto, il cui sviluppo è in pieno corso e la cui conclusione è prevista per la fine del 2006, partecipano i seguenti partners:

Cooperativa Lai-momo, Italia,  con funzione di capofila
Associazione Africa Mediterraneo, Italia
Multicultural Centre Prague, Repubblica Ceca
Gruppo Agora, Università  di Huelva , Spagna
Centre Bruxellois d’Action Interculturelle, Belgio

La presentazione del progetto è stata effettuata attraverso l’organizzazione di giornate di studio: Torino, 3 aprile 2006; Genova, 5 giugno