Il proliferare di manifestazioni culturali lungo lo stivale è stato spiegato in molti modi; fra tutti quello che più spesso ritorna è il “fattore pubblico”. Questo, forse stanco della passività  dettata dalla televisione e non paga dell’interattività  offerta da internet, ha letteralmente bisogno di trovare forme diverse di per le proprie “relazioni conoscitive”.

A questo proposito, tra i fattori che condizionano la riuscita di un evento culturale, si può contare quello legato alla scelta delle location. Infatti, a chi si trova ad organizzare un evento, è subito chiaro che la scelta del “dove” deve tenere conto di alcuni parametri, che di volta in volta possono essere tecnici, economici o simbolici. Sono esempi noti ai più, le piazze e i chiostri di Mantova (cfr. www.festivaletteratura.it/2006/luoghi.php), le stazioni ferroviarie di Modena, Carpi e Sassuolo (cfr. www.festivalfilosofia.it/festival/Viewer?cmd=luoghi&menu=true), i musei e i palazzi di Genova (www.festivalscienza.it/); tutti luoghi che rispondono, in particolare, all’esigenza di valorizzare le eccellenze distribuite sul tessuto urbano.
Questa condizione ha assunto maggior rilievo con l’affermarsi di una “filosofia culturale” che prevede la partecipazione attiva del pubblico, che da astante diventa “attore” dell’evento. Non è più sufficiente un teatro o un centro congressi, un tendone o una piazza, la cultura partecipata si fa in prossimità  dei fiumi o in montagna all’alba, la notte nelle grotte o tra le macerie dell’era industriale. Gli ospiti prestigiosi e internazionali, le performance uniche, i monologhi e i concerti, devono coesistere con appuntamenti laboratoriali e all’interno di spazi diversi, possibilmente poco conosciuti ma carichi di fascino storico, artistico, ambientale o architettonico. A questo modalità  rispondono bene le scelte dei festival più recenti: l’economia a Trento passa per l’area Italcementi (www.festivaleconomia.it/sito/italcementi) e la spiritualità  a Torino scorre sul Po (www.torinospiritualita.org/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=22).

Detto altrimenti, la nuova frontiera è permettere l’incontro tra le persone, in luoghi speciali, con lo scopo di rispondere al desiderio di approfondire le proprie conoscenze su argomenti che, dal macro al micro, quotidianamente incrociamo. 

Riferimento bibliografico:
Ferrari S., Event marketing: i grandi eventi e gli eventi speciali come strumenti di marketing, Cedam (2002)