Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Il Consorzio Camù che da anni organizza l’iniziativa per il Comune e la Regione Sardegna ha chiesto a HoldenArt un percorso di formazione per coloro che avrebbero poi formato le giovani guide.
Usare le tecniche della narrazione per raccontare una città , i suoi monumenti, le storie che l’attraversano, questo il progetto strutturato su due ambiti, quello formativo e quello performativo. Nell’ambito formativo si è pensato di attivare un percorso di formazione di circa 4 mesi rivolto non ai narratori di luoghi in prima persona (dato il grande numero dei volontari coinvolti nella manifestazione Cagliari Monumenti Aperti, sarebbe stato impossibile) ma ai formatori, in modo tale che questi, dopo avere conosciuto e sperimentato tutti i momenti della costruzione di un percorso di narrazione, potessero poi trasferire l’esperienza ai volontari, studenti delle scuole superiori, che materialmente hanno fatto le guide durante la manifestazione Cagliari Monumenti Aperti di fine aprile 2006.
Nel contempo il progetto ha previsto una parte ideativa, per quanto riguarda i percorsi narrativi che sono stati realizzati in itinere, in continuo scambio fra HoldenArt (con il monitoraggio costante condotto da uno dei suoi collaboratori) e i partecipanti al corso. Uno dei migliori modi per conoscere e apprendere le tecniche, infatti, è quello di sperimentarle su di sé e una volta fatta propria l’esperienza, trasmetterla ad altri, facendola doppiamente propria.
Il corso, che ha visto come partecipanti gli insegnanti delle Scuole Superiori, si è tenuto nell’arco di sei fine settimana ed ha coinvolto in veste di docenti diversi professionisti: scrittori, critici d’arte, giornalisti, registi.
Con Davide Pinardi, scrittore, si è affrontato il tema del mondo narrativo: la narrazione permette di percorrere il mondo in maniera sistematica e soggettiva, identificando alcune priorità e fissandole in un racconto. Si sceglie un punto di ingresso, si compie un cammino all’interno di un mondo, se ne toccano alcuni punti trascurandone altri e alla fine si esce.. In questo modo la narrazione che si va costruendo sarà del tutto personale: è la mia, insomma, e quella di nessun altro.
Il narratore ha a disposizione due strumenti preziosi per costruire la sua storia e per raccontare i luoghi, che in fondo sono delle storie: la selezione e la focalizzazione. Evelina Santangelo, scrittrice, ha così sintetizzato la necessità di scegliere un punto di vista per costruire una narrazione solidale con il posto in cui si svolge. Un racconto che parta da un’immagine, che indugi su un particolare e che passi veloce su un altro, che fissi nella memoria dei punti chiave tralasciando lo schema cronologico.
E infine il movimento nello spazio, la pesantezza e l’impaccio del corpo che comunica tanto quanto le parole. Qual è la posizione del nostro corpo nell’ambiente? Come renderlo narrativo e non più fardello pesante? Bruno Macaro, regista teatrale e drammaturgo, ha coinvolto i partecipanti al corso in simulazioni di visita, in cui si è “attraversato lo spazio” costruendo dei blocchi narrativi, ridefinendo infine le coordinate del narratore di luoghi: ri-scopritore, ri-esploratore.
Il corso è terminato con una lezione aperta tenuta da Alessandro Baricco dal titolo “Narrare fino in fondo. Letture, riflessioni, domande intorno alla narrazione”, presso il Conservatorio G. Pierluigi da Palestrina: un incontro rivolto a chi, dopo aver visitato i monumenti, gli scavi e le chiese della città , volesse approfondire il significato del concetto di narrazione, attraverso esempi tratti dai grandi testi del passato dalla Bibbia all’Iliade, attraverso riflessioni sul passaggio da sapere a saggezza, e domande aperte sul rapporto tra narrazione e storia.