Comportandosi esattamente come farebbe un virus, il messaggio, nato per promuovere un prodotto o un’azienda, viene messo in circolo principalmente attraverso gli strumenti del web e delle nuove tecnologie Wap e UMTS: siti internet, community, forum.
E-mail, SMS ed MMS, come nelle più classiche “Catene di S.Antonio”, moltiplicano, quasi a costo zero, le possibilità di diffusione, passando i messaggi attraverso un sistema distributivo piramidale, basato sulle cerchie di conoscenti. Parola d’ordine: “Passa ad un amico!”. Ed ecco che le più nuove e raffinate strategie del marketing sembrano riscoprire l’efficacia del caro vecchio “passaparola”. Ma niente a che vedere con operazioni nostalgiche, tutt’altro: lo spot virale sta realmente rivoluzionando il mondo della pubblicità , guardando al suo futuro. La nuova frontiera è l’advergame (game + advertising): giochi e video divertenti da scambiarsi, cacce al tesoro e concorsi a premi online. L’aspetto ludico e l’interattività rappresentano gli elementi “viralizzanti” e gli ingredienti infallibili del successo in continua ascesa di questo format (ad esempio www.bravia-advert.com per Sony). Pubblicità di tipo pull, coinvolgente e non invadente, a cui chi accede lo fa per scelta e dunque è più predisposto a ricevere il messaggio rispetto a chi subisce passivamente uno spot tradizionale.
Gruppi di giovani creativi danno vita ad un nuovo modo di comunicare per le aziende, aprendo la via per un marketing non convenzionale (vedi ad esempio www.ebolaindustries.com, uno dei maggiori “laboratori” in Italia per la realizzazione di spot virali).

Chi non ricorda il caso del film “The blair witch project”? Clamoroso e storico esempio di successo di viral marketing, con tanto di dibattiti scatenati nell’opinione pubblica. Nel manifesto del Viral+ Buzz Marketing Association (www.vbma.net) tre i punti chiave per capire meglio la filosofia dello spot virale:
1) Identifica solamente le persone più interessate ad un particolare messaggio di marketing
2) Veicola il messaggio in una maniera rilevante per loro, rendendolo “enjoyable” o “valuable”
3) Fornisce il messaggio in modo che le persone siano incoraggiate a condividerlo con gli altri.

La vera carta vincente nel mondo del business di questa nuova scuola di pensiero, sembra stare, dunque, nella definizione attenta del target di riferimento e nella capacità di costruire intorno ad esso dei veri microcosmi personalizzati: modi di dire, mode, cult, segni di riconoscimento per un variegato popolo di tribù urbane.
Tra entertainment e marketing, un modo nuovo di orientare i consumi, costruendo luoghi d’incontro virtuali e interpretando (o creando?) stili di vita. Qui alcuni tra gli esempi più interessanti e divertenti di marketing virale: www.elitedesigners.org (per Ikea); www.durexlove.it (per Durex); www.savetheaccount.com (per Enfants Terribles, prima agenzia italiana senza account executive).