Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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L’economia delle esperienze è da tempo parte del dibattito sulle frontiere del marketing territoriale e della cultura, dopo aver profondamente modificato l’orizzonte dell’advertising.
Il celeberrimo “provare per credere!” ha raggiunto traguardi insospettati. Ma oggi più di prima si sente l’esigenza di una formazione specifica e approfondita dei professionisti del settore. Così come si è diversificata l’offerta, infatti, sono cambiate le richieste dei fruitori, quelli che nella visione contemporanea sono definiti Consum-attori. La personalizzazione dell’offerta nasce dalla partecipazione degli utenti che si trovano ancora una volta al centro della logica sottesa al prodotto culturale. Ma non c’è economia delle esperienze senza investimento nella tecnologia. Se ripercorressimo la storia a ritroso, troveremmo nell’elenco delle aziende che offrono un prodotto esperenziale, le stesse che hanno investito anche nel settore culturale.
A testimonianza del fatto che anche il mondo della cultura si trova davanti ad un bivio: la tradizione o l’innovazione. Dove alla seconda strada corrisponde un investimento sostanzioso nelle nuove tecnologie. Tra le apripista infatti troviamo la Illy, le comunità di motociclisti (le cui aziende oggi hanno anche un museo industriale) e la Apple.
Lo strumento progettuale che rende possibile lo studio delle “customer experience” è il cosiddetto design dell’esperienza. La figura professionale corrispondente, nuova nel suo genere, ha delle qualità specifiche: deve essere esperto di business planning (Andrea Granelli su “Nòva” de Il Sole 24 Ore), di marketing ma anche di storia dell’arte e di scienze umane, deve saper riconoscere le priorità dei clienti del mondo della cultura e deve poi essere in grado di comunicare il nuovo prodotto.
Per questo, non si tratta di un tecnico ma di una persona in grado di narrare una storia. Non necessariamente un creativo, ma una persona in grado di coordinare un team di creativi. Competenze gestionali piuttosto che artistiche dunque. Su questa consapevolezza nasce a Roma il primo master in Cultural Experience Design, con la partecipazione della Camera del Commercio di Roma e del Comune capitolino, che ha deciso di fare della Capitale un laboratorio a cielo aperto sul turismo culturale. Il fulcro del corso sarà la valorizzazione dei luoghi in cui si consuma l’esperienza culturale, ma le figure plasmate dal master saranno in grado di progettare anche la “shopping experience”, sui cui oggi investono già numerosi e prestigiosi brand, da Prada alla Urban Oufitter.
Da sottolineare anche che la condivisione delle conoscenze determinerà l’importanza delle community. Ancora una volta la tecnologia è chiamata in causa. Nuove tendenze formative quindi, per nuove sfide culturali.
Riferimenti:
Illy
Camera di Commercio – Alla cultura serve un progettista