Finalmente mi sento tranquilla.
Il delirante viaggio Genova-Dakar è quasi archiviato, con la follia del prigioniero maltrattato, l’infinito ritardo per la partenza, lo scalo interminabile per un assurdo rifornimento di carburante dal benzinaio della Gran Canaria e lo sconforto per la perdita dei bagagli.
Diciamo che sono pronta ad affrontare i numerosi impegni che il progetto per cui sono qui porta con sé. Non riesco a dire se questi primi giorni siano passati velocemente, oppure con un diverso fluire. Il tempo scorre in maniera strana: a tratti le ore svaniscono senza che si faccia nulla e a volte, invece, sembra che siano immobili, come l’aria nelle giornate umide.
So di potere raggiungere due obiettivi al giorno, non di più. Il traffico non aiuta con gli spostamenti, il caldo schiaccia nelle ore centrali e, soprattutto, qui tutti fanno le cose con calma”¦
ndanka ndanka, piano piano.
à‰ con questa consapevolezza che tutti noi di Impossible Sites ci muoviamo, quaggiù. La voglia di iniziare il lavoro vero e proprio è tanta, ma dobbiamo tenerla a freno per calibrare energie, sia psicologiche che fisiche e attendere che i meccanismi, innescati, prendano forma.
Comunque le cose vanno bene, eccome. Ciò che deve accadere, qui accade: la forza dell’Africa è anche nelle opportunità che gli incontri casuali, ma veri e non filtrati, ti forniscono. Gli scambi e le opportunità sono infinite; tutto è più diretto, più vero. Basta chiacchierare con un amico al mercato per avere un numero di telefono e ritrovarsi all’inaugurazione di una piacevole mostra dove iniziare a coinvolgere altri artisti, entrare a contatto con altre associazioni, iniziare il lavoro.
La rete di I.S., inoltre, ci ha fornito ottimi contatti ed ora li stiamo mettendo a frutto. Andando al Villaggio degli Artisti per incontrare Tita Mbaye, nostro “gancio” con l’ècolé des Beaux Arts. Siamo, tra l’altro, finiti nell’atelier di Assane Gning, colui che anni fa ha avuto l’idea di insegnare ai bambini di strada a dipingere gli autobus collettivi, fornendo loro un’alternativa per evitare l’accattonaggio. Abbiamo iniziato a parlare di una intersezione tra il suo e il nostro lavoro, abbiamo chiacchierato con un precursore dell’arte pubblica, lo abbiamo trovato umile ed inconsapevole della potenza del suo messaggio per chi, come me, vive di socialità e arte in un mondo “fintamente evoluto”.
Tra una paio di settimane saprò raccontare degli effetti della comparsa dei primi segni di noi in città . Tra pochi giorni il logo di Impossibile Sites comincerà a girare.