Proprio per loro è partito all’inizio di quest’anno il nuovo progetto europeo “Gioventù in Azione”. Il programma gode di un finanziamento di 915 milioni di euro e prosegue il precedente programma finito nel 2006. Non si tratta di un programma di istruzione tradizionale, come Leonardo o Erasmus, ma al contrario di uno strumento di apprendimento non formale, in grado di offrire ai giovani opportunità  di scambio e di conoscenza in una dimensione europea.
Oltre ai paesi membri dell’Unione, il programma Gioventù in Azione viene allargato alla partecipazione anche dei paesi terzi che rientrano nella nuova politica di vicinato; paesi dell’area del Mediterraneo, paesi dell’EFTA, Turchia, Balcani occidentali ed Asia centrale.
La particolarità  di Gioventù in Azione è di raggruppare attività  tra loro molto diverse, dallo scambio di giovani, con l’obiettivo di arrivare a 35.000 progetti entro il 2013, al servizio di volontariato europeo, con un obiettivo di 10.000 volontari, fino ai progetti con i paesi terzi, denominato Gioventù nel mondo. In questo modo il programma si rivolge non solo ai giovani interessati a scambi culturali, ma anche a tutte quelle strutture e istituzioni, pubbliche e private, che si occupano di giovani; gruppi, organizzazioni, animatori, autorità  locali, organizzazioni operanti nel terzo settore, insomma tutti coloro che lavorano con e per i giovani.
La principale caratteristica di Gioventù in Azione è quella di offrire un approccio non formale e allo stesso tempo informale all’apprendimento, per consentire ai giovani di acquisire competenze in una dimensione europea. Naturalmente, le attività  di apprendimento proposte sono complementari all’istruzione scolastica e al sistema di formazione.
Esse adottano un metodo partecipativo e incentrato sullo studente: si presentano quindi come una fonte supplementare di apprendimento rispetto al percorso tradizionale.
Gli obiettivi perseguiti dal programma sono incentrati sulla promozione della cittadinanza attiva europea, sulla maggiore conoscenza e solidarietà  tra questi e sul rafforzamento della comprensione reciproca, soprattutto fra paesi e realtà  diverse tra di loro.
In particolare, il programma è articolato su cinque azioni: gioventù per l’Europa; servizio europeo di volontariato; iniziative giovani; animatori socio-educatori e sistemi di sostegno; sostegno alla cooperazione politica. Gioventù per l’Europa vuole potenziare l’impegno attivo dei giovani sostenendo la loro mobilità  e i loro progetti di partecipazione alla vita democratica. La seconda azione è incentrata sul servizio europeo di volontariato tra i paesi europei ed i paesi terzi, ed è rivolto sia al giovane volontario in cerca di una organizzazione che alla stessa struttura di accoglienza. La terza azione riguarda le iniziative di gruppo, tutti i progetti ideati e gestiti dai giovani che abbiano un respiro europeo e contribuiscano al miglioramento della propria comunità  locale. Infine quarta e quinta azione vanno a sostegno degli organismi attivi a livello europeo come ad esempio il Forum della gioventù, e della cooperazione tra i differenti operatori del mondo dei giovani come gli animatori socio-educatori e i responsabili politici. In questo caso, l’azione dovrà  facilitare la cooperazione politica e la messa in rete necessaria a una migliore conoscenza del mondo giovanile.
Nel complesso, Gioventù in Azione dovrebbe aiutare soprattutto i giovani con minori opportunità , in condizioni socio economiche e geografiche svantaggiate, a partecipare attivamente allo scambio, alla cooperazione ed alla conoscenza in modo informale, dentro e oltre i confini europei.
E passare finalmente, dalla gioventù all’età  adulta.

Riferimenti:

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