In una società in cui la moderna organizzazione del lavoro ha permesso di aumentare la quantità di tempo libero a disposizione di ogni singolo individuo, le istituzioni culturali si sono imposte come soggetti capaci di competere in questo tipo di mercato, offrendo una valida alternativa ai tradizionali prodotti dell’industria dell’intrattenimento.
Andrea Perin – partendo da considerazioni di questo tipo ”“ pone, nel suo testo, una serie di interrogativi e suggerisce delle possibili risposte: i musei sono ancora percepiti come luoghi polverosi e statici, dediti alla sola conservazione delle opere, oppure l’immaginario collettivo è stato capace di superare questa concezione, che pare ormai appartenere al passato più che al presente? Perché sempre più gente è disposta a mettersi in viaggio per raggiungere destinazioni che ospitano famosissimi musei internazionali? Cosa spinge il pubblico dei musei a focalizzare la propria attenzione esclusivamente sui grandi capolavori, trascurando opere altrettanto importanti ma meno conosciute? Quali sono i criteri in base ai quali determinati oggetti hanno accesso a questi templi dell’arte, al contrario di altri a cui tale privilegio viene negato?
Capovolgendo la prospettiva d’osservazione, l’autore si pone dal punto di vista del fruitore e cerca di interpretare e restituire i pensieri, le considerazioni e le emozioni che si alternano e si susseguono nella testa di chi guarda, nel passaggio da una sala espositiva all’altra, un’opera d’arte, un reperto archeologico, un oggetto etnografico non europeo, un oggetto sacro, un simbolo della memoria nazionale, un cimelio storico, un falso oppure un’opera immateriale.
Il visitatore viene seguito in tutte le fasi del percorso di visita, dall’entrata al pagamento del biglietto, dalla contemplazione di un’opera alla lettura della didascalia corrispondente a quell’opera, dalla sua interazione con il personale di sala al suo aggirarsi curioso tra le stampe, i libri e gli oggetti del merchandising, acquistabili presso il bookshop, per giungere al momento in cui oltrepassata la porta d’uscita, si valuta l’intera esperienza comparando le aspettative attese con quelle realmente soddisfatte.
Tutti momenti che divengono pretesti per riflettere sulle caratteristiche di questi luoghi e su questioni, di non facile soluzione, come la legittimità o meno della gratuità dell’acceso ai musei; il valore dell’arte, in generale, e dell’opera in particolare; il ruolo ed il significato del museo quale forma di comunicazione non verbale; la diversità dei punti di vista che si instaura tra chi cura un museo e chi lo fruisce, istituendo una sorta di gerarchia che non prevede un rapporto di circolarità tra il museo ed il suo pubblico.
Un percorso ideale attraverso cui offrire spunti di approfondimento, “nella convinzione che la consapevolezza aiuti a essere meno passivi nella conoscenza”.

Cose da museo
Avvertenze per il visitatore curioso
Andrea Perin
Elèuthera 2007 euro 12
ISBN 978-88-8949-033-4