vivavoce-campo-arte-okNel silenzio dei sentieri, della terra, delle radici, si sbiadisce il rumore della città e si viene avvolti da una fiorente natura. La fondazione il Campo dell’arte nasce come sviluppo del programma artistico “diffusa/mente/museo”, ideato da Francesco Pernice alla fine degli anni Novanta.
Il primo passo verso la concretizzazione degli intenti iniziali è stato l’acquisizione di un terreno collinare nel comune di Grottaferrata in prossimità del Parco Regionale dei Castelli Romani dove il paesaggio, che si apre verso il mare, è ancora ricco di suggestioni naturali.
Le finalità de il Campo dell’arte si pongono come ideale prosecuzione dell’impegno nel campo dell’arte e del sociale portato avanti da Pernice a partire dagli anni Sessanta e Settanta con il centro romano “Alzaia”, particolarmente attivo nel campo della produzione artistica orientata al consolidamento di un processo di trasformazione e di rinnovamento della società attraverso l’arte e la creatività . Con il progetto “diffusa/mente/museo” si vuole riportare ad unità uomo e territorio, con una visione della vita basata sull’equilibrio tra il fare e il pensare, dove il sapere non è solo la conoscenza concettuale delle cose ma anche la sapienza nel realizzarle e nell’usarle. Con le sue attività e la sua costante ricerca, il Campo dell’arte punta a superare la divisione tra marginalità e centralità , categorie legate a puro concetto di profitto, per dare nuovi significati ai valori economici. La produzione è espressione non solo di opere visive, ma anche di progetti, ricerca, esperienze, tra artisti, e i diversi soggetti coinvolti.
Osserva Enrico Crispolti, critico d’arte autorevolmente impegnato nell’ambito dell’arte contemporanea e che da tempo collabora con il Campo dell’arte: “Ciò che caratterizza gli interventi che vanno costituendo da qualche anno l’identità di Campo dell’Arte è certamente lo stretto rapporto con una dimensione di esperienza e di dialogo, rispetto al contesto naturale. Esperienza nel fare, e dunque nel formare e nel formarsi facendo, operando – più che il prodotto finale conta l’esperienza da cui questo è nato e di cui è soprattutto testimonianza -, in stretto contatto dialogico appunto con la realtà naturale, la vegetazione, i materiali, le tecniche di radice antropologica agraria, elementari, primarie, di motivazioni archetipe”.
Numerosi sono i progetti che la fondazione ha portato e porta avanti dal 2006. Da segnalare fra quelli dell’ultimo anno la Scuola di Creatività dei Territori, spazio del Campo dell’Arte e, insieme, spazio ideale dove sperimentare una creatività applicata al territorio in tutte le sue accezioni, uno spazio che vive il territorio come humus dove nascono e si sviluppano processi culturali e produttivi.
Nella Formazione Professionale le azioni sull’arte e la cultura dei territori si sono sviluppate e si sviluppano attraverso la formazione professionale superiore e continua rivolta a giovani creativi, neo diplomati e neo laureati. La visione che ispira questo peculiare incontro fra creatività e territorio è espressa proprio dalle parole del fondatore del Campo dell’arte, Francesco Pernice: “Sarei tentato di proporre uno scambio alla pari tra lavoro agricolo e lavoro artistico, di confondere i confini tra le discipline scambiandoci le esperienze maturate nei due settori. Abbiamo messo a dimora alberi da frutta ‘veri’ e alberi ‘inventati’, sicuramente una qualche influenza se non addirittura uno scambio tra loro sarà possibile. Mi piacerebbe, arrivando un giorno, scoprirli a parlare tra di loro, spero che accettino la mia intrusione”.
Concreta rappresentazione delle intenzioni della fondazione è l’ultimo evento in ordine temporale: “Nuovi piaceri: assaggi di natura e arte”. In concomitanza con le sagre del mosto e del vino che si svolgeranno nel mese di settembre e ottobre nel territorio dei Castelli Romani, la fondazione Il campo dell’arte ospiterà ogni domenica mattina a partire dal 29 settembre una serie di incontri dedicati ad assaggi d’arte, natura e cibo.
Il percorso che porterà a scoprire e conoscere la fondazione, si articolerà in tre momenti.
Dapprima si visiterà il giardino, evocatore di emozioni profonde ed antiche, spazio di comtemplazione e godimento dell’anima, di riposo e benessere, di abbandono e bellezza. Proprio questo luogo accoglierà letture di poesie e attività esperenziali legate agli elementi naturali del luogo: si effettuerà dunque raccolta di erbe aromatiche con cui sono stati preparati i piatti di degustazione.
Seguirà quindi la visita animata al frutteto, terreno di lavoro, di produzione e di raccolta dove peri, meli, sorbi, ciliegi si alternano con opere frutto dell’attività dei laboratori e della formazione.
Saranno successivamente degustati frutti di stagione e composte biologiche.
L’incontro si concluderà all’ uliveto, sito simbolico punto di relazioni e d’incontro sui temi della pace e dell’ intercultura.
L’ambientazione naturale farà da museo a cielo aperto per la mostra “Il Seme della Gioia” della confraternita senegalese baye fall, la proiezione del film the seed of Joy “Beguee Baye Fall!”, le slideshow con canti, l’ installazione di patchwork e l’angolo di lavoro manuale e spirituale dal vivo, d’intaglio dei rosai col legno di ebano e la preparazione del Caffe Touba.
Non mancherà anche all’uliveto la stimolazione del gusto con la preparazione di un caffè touba.

Nota: Articolo pubblicato in Vivavoce – Rivista d’area dei Castelli Romani