Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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L’esperienza nella gestione del patrimonio culturale che alcuni siti italiani appartenenti alla Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO hanno maturato negli ultimi anni mette in luce le potenzialità di uno strumento di governo finora poco diffuso nel nostro territorio: il Piano di Gestione. Richiesto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali per tutti i siti che aspirano ad entrare nella prestigiosa Lista e fortemente auspicato per quelli che già ne fanno parte, il Piano è uno strumento che si caratterizza per una struttura piuttosto rigida che può, però, essere agevolmente adattata alle differenti esigenze che possono emergere nei singoli siti.
Le quattro sezioni in cui si articola generalmente il Piano di Gestione di un sito UNESCO sono, infatti, le medesime di un Piano di carattere economico, d’altronde proprio dal mondo dell’economia aziendale ed in particolare da quello anglosassone sono mutuati, tanto la struttura quanto l’utilizzo di tale strumento. Analisi, definizione degli Obiettivi e delle Strategie, Implementazione e Controllo: le quattro sezioni corrispondono pienamente alle fasi di attività e al loro sviluppo cronologico. Se, infatti, l’attuazione di qualsiasi azione deve necessariamente essere preceduta dalla conoscenza, l’Analisi consente di acquisire informazioni dettagliate sia sulla situazione interna dell’Organizzazione che sull’ambiente nel quale essa si trova ad operare.
Lo scenario che verrà delineato, possibilmente sintetizzato secondo la metodologia SWOT ”“ dall’acronimo inglese che indica Punti di forza, Punti di debolezza, Opportunità , Minacce ”“ risulterà fondamentale per la definizione della Strategia e degli Obiettivi che l’Organizzazione intende perseguire nel breve, medio, lungo termine. Affinché i risultati possano essere effettivamente verificati sarà necessario che gli Obiettivi rispondano a tre requisiti imprescindibili: essere realistici, essere coerenti ed essere espressi il più possibile in termini quantitativi. Successivamente, si procederà alla individuazione dei piani di azione che consentiranno di raggiungere gli obiettivi attraverso l’attuazione di progetti e iniziative appositamente ideati: si tratta della fase più operativa dell’intero percorso. Infine, sarà il momento della verifica e del controllo dell’efficacia dei singoli piani e dell’intero Piano di Gestione.
A tal proposito potrà essere particolarmente utile l’individuazione di alcuni Indicatori che saranno impiegati nella valutazione. Questa fase consentirà di procedere alla revisione del Piano, di verificare l’efficacia delle scelte effettuate, e di potere decidere conseguentemente se proseguire secondo la linea individuata oppure apportare modifiche di piccola entità , così come sostanziali.
La rigidità strutturale del Piano di Gestione risiede nella assoluta impossibilità di modificare le fasi o la loro successione cronologica, seppure, dal punto di vista dei contenuti, si tratta di uno strumento piuttosto flessibile. La scelta delle strategie, l’individuazione degli obiettivi e dei piani di azione, la loro implementazione, infatti, sono soggette alla piena discrezionalità dell’Organizzazione che procederà alla redazione del Piano tenendo in debita considerazione la sua missione e le prospettive per il futuro.
Allo stato attuale, nonostante il carattere sperimentale del Piano non consenta di verificarne pienamente l’efficacia in ambito culturale, vanno certamente sottolineate le enormi potenzialità che tale strumento esprime, con l’auspicio che possa dimostrare nel tempo la sua utilità nella gestione delle attività della singola organizzazione e dell’intero territorio.
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