Sono noti al pubblico internazionale per aver beffato importanti istituzioni come l’Organizzazione mondiale del Commercio o multinazionali come la Dow Chemical. Come? Niente di più semplice e facile da realizzare: un finto sito web clone di quello delle istituzioni beffate utilizzato per farsi invitare a importanti consessi internazionali come rappresentanti delle suddette istituzioni. E’ così che, parlando a nome dell’Organizzazione mondiale del Commercio il Dr. Andreas Bichlbauer, alias Andy Bichlbaum di The Yes Men, ha proposto di ottemperare, in democrazia, fino in fondo ai principi neoliberisti vendendo i voti al miglior offerente. Oppure Jude Finisterra, sempre Andy Bichlbaum, in diretta sulla televisione inglese BBC, intervistato come rappresentante di Dow Chemical, annuncia nell’anniversario della strage di Bhopal, che ha prodotto 25.000 morti, che l’azienda ha deciso di indennizzare le vittime, producendo così un crollo immediato delle azioni Dow. Questi sono solo alcuni esempi delle innumerevoli incursioni che The Yes Men ha realizzato dal 2000 ad oggi attraverso la sua opera di “identity correction”. Perché, sempre nel linguaggio di The Yes Men, il loro lavoro è di aiuto, a chi di volta in volta è sotto la loro attenzione, nel dare una corretta immagine di sé, dei propri obiettivi e valori. E’ così che, sempre con il lavoro di “identity correction” riguardante Dow Chemical, Erastus Hamm, Andy si presenta ad una conferenza di banchieri a Londra come rappresentante di Dow accompagnato da uno scheletro dorato per presentare il progetto Acceptable Risk Calculator: un software che permette di includere nel calcolo economico il rischio di strage o di disastro ambientale perché, in fondo, avere scheletri nell’armadio può essere per un’azienda molto redditizio!
E’ con questo bagaglio di esperienze che The Yes Men, per preparare il workshop da realizzare con i giovani artisti di Networking 2007, ha chiesto loro, prima del suo arrivo nella città  di Firenze, di pensare a cosa può essere un progetto attivista. Ogni partecipante è stato invitato a descrivere cos’è per lui un progetto attivista e quali fossero i temi e i modi per realizzarlo nella città  di Firenze. Il primo giorno di workshop è stato dedicato alla definizione dei progetti dei partecipanti. La domanda che spesso Andy Bichlbaum ha rivolto ai giovani artisti per approfondire il proprio progetto riguardava gli effetti che la loro azione produceva per la città . La scommessa di gran parte dei lavori realizzati era quella di riuscire ad arrivare ad un pubblico vasto, oltre quello del mondo dell’arte, per riuscire a produrre un cambiamento nei modi di vita e di pensare. Con questi spirito sono nati progetti differenti, ognuno pensato a partire da una specifica situazione emergente della città . Shine on è un progetto di distribuzione agli homeless di Firenze di coperte termiche. Le coperte dorate costano pochissimo, riparano dal freddo, sono ultraleggere e rendono i senzatetto ”˜dorati’. I progetti Sportello amico e Brunch riguardano la difficoltà  per gli stranieri di avere un permesso di soggiorno per stare in Italia per il quale, dopo aver presentato tutte la domanda regolarmente, è comune aspettare molti mesi prima di entrarne realmente in possesso. Questa situazione di attesa, incertezza e chiusura è ricreata in entrambi i progetti presentati come condizione in cui svolgere ”˜normali’ attività  quotidiane, come visitare una mostra in Sportello amico o partecipare ad una festa in Brunch. Relazioni tra centro e margine, che sono anche riscontrabili all’interno dei mass-media, un ambito a cui si rivolgono alcuni dei progetti realizzati. Il progetto Democrazia, ragiona sulla capacità  dei media di costruire uno spazio di senso condiviso. Il pr