“I paradossi della fiducia” analizza e risolve abilmente questi quesiti proponendo una sottile ed accurata analisi interdisciplinare sulla base di strumenti quali la teoria dei giochi, la psicologia e la behavioral economics.
Il libro, diviso in quattro parti, affronta nella prima il ruolo del concetto di fiducia in diversi ambiti disciplinari; nella seconda indaga il sistema delle relazioni fiduciarie attraverso la lettura fornita dalla behavioral economics. Nella terza parte, sulla base del concetto di rispondenza fiduciaria, viene elaborata una teoria originale dei rapporti fiduciari. Nella quarta parte sono prese in considerazione le implicazioni della teoria della rispondenza sulla progettazione istituzionale.
L’approccio economico, per quanto azzardato possa apparire ad una prima frettolosa visione, viene utilizzato dal punto di vista della scienza sociale, che, in quanto tale, è tenuta ad esplorare il collante che tiene unita una società e, dunque, la natura relazionale dei legami fiduciari. Attraverso un excursus nella filosofia (dai greci fino a Kant), il valore del capitale sociale emerge, in questo senso, non come caratteristica degli agenti sociali ma delle relazioni che tra questi intercorrono.
La questione della fiducia risulta essere rilevante in termini economici per una serie di ragioni, innanzitutto pragmatiche: i comportamenti improntati alla fiducia producono effetti positivi sul sistema economico poiché riducono i costi individuali, aumentano l’efficienza delle organizzazioni e la performance dei sistemi macro-economici. Esistono poi motivazioni teoriche legate all’analisi di trust e bargaing games che dimostrano quanto una condotta d’azione razionale produca effetti decisamente peggiori di una strategia improntata al “trustworthy and trustful” (come dire “affidabile e fiducioso”). Le evidenze empiriche hanno tendenzialmente contraddetto le previsioni basate sulle teorie dei giochi mostrando, da una parte, un livello di cooperazione molto più alto di quanto non ci si potesse aspettare, e, dall’altra, come l’agire dei soggetti sociali si discosti costantemente da quanto previsto nelle teorie evidenziando comportamenti inaspettati in situazioni strategiche. Ciò che emerge infatti da prove sperimentali è quanto la tendenza delle persone a fidarsi sia superiore a quanto previsto nella teoria dei giochi: due giocatori razionali, nel tentativo di massimizzare la loro utilità individuale, ottengono come equilibrio del gioco un esito peggiore di quello che avrebbero ottenuto se fossero stati capaci di vincolarsi a un comportamento fiducioso e affidabile.
Il paradosso, evocato nel titolo, è sintetizzato nella semplice e disarmante idea secondo cui l’affidabilità di ciascuno deriva dalla fiducia riposta dall’interlocutore che ha di fronte. Se è vero, infatti, che le società moderne sono caratterizzate da un elevato grado di interdipendenza, la fiducia assolve ad un compito fondamentale: agisce come potente antidoto alla complessità e all’incapacità da parte dell’individuo di prevedere in modo accurato il proprio futuro.
Fidarsi vuol dire essenzialmente rischiare: “la fiducia – nelle parole dell’autore – può essere immaginata come un salto mentale, reso possibile dalla sospensione, attraverso il gorgo dell’inconoscibile, dalla terra dell’interpretazione verso quella dell’attesa”. A quanto pare, però, fidarsi conviene di più che non fidarsi; affidarsi ad una collaborazione con gli altri permette di instaurare uno stato di cose migliore rispetto allo status quo.

I paradossi della fiducia
Scelte razionali e dinamiche interpersonali
Vittorio Pelligra
Il Mulino, 2007 euro 23,50

ISBN 978-88-15-11836-3