La fase di passaggio verso una società della conoscenza ha determinato un ritardo e una rimodulazione delle modalità consuete di ingresso dei giovani nel mondo adulto, sancito generalmente dall’accesso al mondo lavorativo, e quindi anche dell’espressione di cittadinanza attiva.
La configurazione del sistema universitario nazionale, l’esistenza di numerose e robuste barriere all’ingresso del mercato del lavoro e al rafforzamento di una posizione competitiva, sono tra le cause. Ma anche l’assenza o debolezza di politiche nazionali indirizzate alle nuove generazioni ha contribuito alla specificità della situazione italiana che dipinge un quadro in cui i giovani versano in uno stato di incertezza per il futuro e di dipendenza dalla famiglia d’origine. Le politiche giovanili in Italia sono sempre state frutto delle libere iniziative di enti e amministrazioni, adempiendo ad un obbligo che in altri Paesi è delegato al governo centrale. Questo ha fatto sì che si siano attivati interventi con caratteristiche estremamente frazionate, sviluppati a “macchia di leopardo”.
Solo dal 2006, anno di costituzione del Pogas – Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive – l’Italia si è uniformata al resto d’Europa (ministeri per i giovani e lo sport sono presenti in quasi tutti i Paesi dell’Unione Europea), stilando un Piano Nazionale Giovani, progetto integrato di politiche giovanili sul territorio. Con la creazione del Ministero, tutte queste politiche hanno trovato un interlocutore strategico, le cui azioni di influenza sono orientate sia verso la comunità europea che verso gli enti locali.
In Italia il Pogas rappresenta il collettore delle politiche giovanili territoriali, ed attraverso gli Accordi di Programma Quadro con le Regioni il quadro legislativo frammentato, come la ricerca dell’istituto Ires “Le politiche per i giovani in Italia” testimonia, è stato progressivamente riordinato.
Primo ad essere firmato – nel novembre scorso-, l’APQ della regione Marche “Giovani. Ri-cercatori di senso”, ha l’obiettivo di “valorizzare le potenzialità e i talenti dei giovani, creando opportunità sociali, culturali ed economiche che li rendano protagonisti”. Le linee guida sono tre: “Oltre confine ”“ Prove di democrazia” , che sintetizza le esperienze internazionali e propone percorsi di educazione e di sensibilizzazione nelle scuole sui temi della propria città ; “Individui comunitari ”“ Memoria, responsabilità , filosofia” si occupa dei percorsi di crescita personale e di educazione alla vita collettiva attraverso la memoria, la responsabilità , il gioco e la riflessione filosofica; “Arrivi e partenze ”“ Arte contemporanea”, prevede progetti di fotografia, poesia, immagini, musica: dalle arti visive alla scuola di scrittura di poesia, dall’educazione alla musica e la fotografia alla loro fruizione collettiva e produzione artigianale.
Con gli stessi obiettivi anche la regione Basilicata, se sulla scia della legge Bassanini, ha messo a punto il Patto con i giovani, “per attuare un profondo rinnovamento della società lucana. Obiettivo di questo progetto è creare le condizioni affinché i giovani possano avere in Basilicata, oltre al diritto fondamentale e imprescindibile all’occupazione, anche risposte alle giuste esigenze che guardano al miglioramento della propria qualità della vita. Così il Patto con i Giovani costituisce il cuore di una strategia che considera l’entusiasmo generazionale come una delle migliori condizioni di sviluppo e di competitività territoriale”.
Quanto ai programmi europei, sono 150 quelli che, direttamente o indirettamente riguardano i giovani: a supporto della formazione professionale e del  miglioramento del lavoro (Programma Leonardo), per l’offerta di occasioni di studio (Programma Socrates),  e per la mobilità all’interno dell’Unione Europea e fuori (Programma Gioventù). Ultimo in ordine cronologico il Programma “Gioventù in azione”, che ha come obiettivo principale la promozione della cittadinanza attiva dei giovani  – offrendo sostegno finanziario ai giovani e agli operatori giovanili per il loro progetti, fornendo informazioni, occasioni di formazione e opportunità per la creazione di nuovi partenariati in tutta l’Europa e oltre i suoi confini – attraverso 5 azioni specifiche: gioventù per l’Europa, servizio volontario europeo, gioventù nel mondo, sistemi di appoggio alla gioventù, sostegno alla cooperazione europea nel settore della gioventù.