Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Se si osserva dal punto di vista della diffusione di raccolte e istituti museali il territorio della Basilicata, si rimane favorevolmente sorpresi dalla loro numerosità e distribuzione, proporzionalmente all’estensione regionale. Come ha rivelato la recente indagine della Corte dei Conti, in Basilicata nel 2005 ne sono stati rilevati 33, corrispondenti allo 0.96% del numero complessivo dei musei italiani censiti (3430).
Le risposte degli enti locali interrogati hanno, infatti, messo in luce la considerevole presenza di musei pubblici ”“ compresi quelli statali ”“ che risponde ad una percentuale del 60.6 sull’intero territorio regionale, ma soprattutto di musei privati. Questi ultimi, infatti, rappresentano il restante 33.3% del totale degli istituti museali e, in termini numerici, risultano essere 10, dei quali 7 nella provincia di Matera e 3 in quella di Potenza. Se rapportato alla percentuale nazionale dei musei privati che corrisponde al 22.1, il dato della Basilicata, di oltre 10 punti percentuali più alto, è significativo di una realtà regionale diversificata che vede un interesse deciso da parte dei privati per il settore culturale, sia nella sua espressione museale che in quella delle attività . Tale interesse si riflette anche nella legislazione regionale che prevede forme di collaborazione tra gli enti locali, la scuola, l’Università , il Formez, i centri di formazione, gli organismi associativi, le istituzioni culturali. Certamente la normativa ha messo in evidenza ed ha disciplinato una situazione che di fatto era già emergente: la presenza di numerose associazioni culturali private impegnate nella diffusione della cultura e nella valorizzazione del territorio. In altre parole, tali associazioni e fondazioni hanno iniziato a svolgere attività che rientrano tra i compiti istituzionali degli enti locali, quasi sostituendosi, in alcuni casi, ad essi. Questa consistente presenza conferisce alla Basilicata un primo carattere di originalità che la distingue dalle restanti regioni italiane o quanto meno da buona parte di esse. Altro dato significativo è quello derivante dall’analisi delle caratteristiche geomorfologiche del territorio le quali, se certamente non riscontrabili esclusivamente all’interno dei confini amministrativi regionali, distinguono questa area geografica, comprensiva anche di parte della Puglia, da quelle confinanti ed hanno posto vincoli e opportunità precisi allo sviluppo della civiltà e della cultura locale. Il susseguirsi delle ere geologiche, infatti, ha lasciato segni profondi nel territorio lucano, aprendo aspre spaccature nella roccia, come le gravine, e sedimentando materiali calcarenitici che hanno favorito lo sviluppo della civiltà rupestre e hanno reso possibile, ad esempio, il fenomeno dei Sassi a Matera.
Non tenere conto di questi condizionamenti geomorfologici ”“ ma anche delle opportunità che hanno rappresentato ”“ significherebbe avere una visione parziale e distorta della realtà della Basilicata e non riuscire a comprendere fino in fondo la complessità e i caratteri del territorio e delle comunità locali né le dinamiche che hanno innescato un certo tipo di sviluppo. Tali presupposti sono divenuti fondamentali per l’attività della Fondazione Zètema che ormai da quasi dieci anni è impegnata nella valorizzazione del territorio e nella diffusione della consapevolezza dell’eccezionalità e del valore del patrimonio storico artistico locale. Per quanto concerne la visione che di tale patrimonio ha la Fondazione, è necessario sottolineare che la professionalità e il desiderio di valorizzare adeguatamente il territorio, promuovendone lo sviluppo attraverso la cultura e il soddisfacimento dei bisogni della comunità locale, hanno dato vita a progetti quanto mai attuali e innovativi che si inseriscono a pieno titolo nel dibattito sulla gestione dei beni culturali. In particolare, si fa riferimento al progetto più ambizioso della Fondazione, vale a dire l’istituzione di un “Distretto culturale dell’habitat rupestre lucano”.
Per approfondire leggi l’intervista al Presidente della Fondazione Zètema, Raffaello De Ruggieri.