Dal 2005 la Comunità Europea promuove le attività di Kaleidoscope, rete di eccellenza che connette 91 Università e Centri di ricerca di 24 paesi fra Europa e Canada, con l’obiettivo di sondare le potenzialità del technology enhanced learning, l’educazione potenziata dalle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict).
Peculiare in Kaleidoscope è l’impostazione di “community”; di una rete che fa incontrare scienze sociali, informatiche e della formazione: un interesse centrale risiede, del resto, nelle ricerche integrate e trasversali, per le quali è possibile proporre iniziative di ricerca dedicate. La struttura delle attività si articola negli Ert (European Research Team), che si concentrano su precise sfide di ricerca.
Ad esempio, l’Università di Siena coordina l’Ert che si occupa della produzione di formati educativi, al quale partecipano le Università di Barcellona, Atene, Bristol e Limerick. Il concetto di format educativo riconosce il superamento del tradizionale “programma” della lezione, che non permette la personalizzazione né le modifiche in itinere dei contenuti. Ne consegue la proposta di nuovi format, originariamente mutuati da quelli diffusi in tv o alla radio. L’obiettivo è creare una scatola degli attrezzi dinamica, grazie alla quale insegnanti, progettisti e ricercatori possano elaborare nuove modalità di insegnamento.
Ma cosa succede quando questa impostazione viene applicata alla musica? L’impegno congiunto del Centro musicale fiorentino Tempo Reale, delle Università di Siena e Limerick e di sei classi della scuola elementare “Kassel” di Firenze ha dato vita a un progetto sperimentale finora unico nel suo genere. Presupposto alla base, la consapevolezza che le tradizionali metodologie di insegnamento della musica siano troppo lineari e prevedibili, basate da sempre sulla rigorosa esecuzione più che sulla valorizzazione della creatività individuale. Il risultato di un simile approccio rischia di demotivare anche studenti dotati di una innata predisposizione alla creazione musicale.
Il programma di Alfabetizzazione Musicale con le Nuove Tecnologie si propone di presentare ai discenti i parametri che definiscono musica e suoni, insegnare a riconoscere le modalità attraverso cui i suoni si trasformano e sviluppare l’attitudine alla composizione. Strumenti del progetto, la mediazione del computer e l’impostazione narrativa delle trame educative. Con l’auspicio di condurre a un approccio alla musica più istintivo e personale.

Filippo Fanò è un ricercatore dell’ERT Produzione di formati educativi, e unisce le due anime del ricercatore e del musicista. Stefano Luca è il principale ispiratore e coordinatore del corso di Alfabetizzazione Musicale del centro fiorentino Tempo Reale. Ecco cosa ci raccontano del progetto.

Potreste descriverci brevemente una lezione-tipo di Alfabetizzazione Musicale?
F.F. Il corso si basa su un numero variabile di attività, ognuna delle quali è ritagliata attorno a degli obiettivi educativi come la comprensione dei parametri che definiscono i suoni, la trasformazione degli stessi e l’acquisizione di alcuni principi compositivi. Solitamente una lezione si articola in 3-4 momenti principali: introduzione, esplorazione, manipolazione/creazione, riascolto collettivo. La prima e l’ultima sono le fasi in cui pressoché tutta la classe ascolta, commenta e discute in modo condiviso, assieme agli educato