Un’analisi di esperienze italiane ed internazionali a confronto per evidenziare il ruolo che le community foundations rivestono all’interno della società civile nel panorama europeo, con particolare attenzione al contesto tedesco e a quello italiano.
Quello che emerge è un’interesssante panoramica dell’istituto della fondazione comunitaria, nata in Europa ad inizio anni ottanta in Gran Bretagna ed in Italia pochi anni dopo, con la Fondazione della provincia di Lecco. Le community foundations risultano essere caratterizzate dalla garanzia di una forte partecipazione da parte della comunità e di un sostanziale orientamento democratico: esse sono infatti da intendersi come vere “scuole di democrazia” poiché promuovono un reale impegno civico per la collettività . In Germania più che in altri paesi l’approccio è di tipo bottom up: le fondazioni comunitarie tedesche lasciano molto spazio all’azione modellatrice del singolo cittadino, funzione che emerge anche nella denominazione che esse assumono (Buergerstiftung, ovvero fondazioni di cittadini). In Italia, caratteristica fondamentale è data dall’essere un soggetto basato prevalentemente sul sistema della filantropia comunitaria che fa della cultura del dono, anche differenziandosi rispetto ai donor services americani, il centro attorno cui gravita la società civile.
Le fondazioni italiane possono presentare diverse modalità di genesi: dall’associazione di singoli cittadini fino ad un insieme più complesso di soggetti pubblici. Territorialmente sono radicate in regioni settentrionali quali la Lombardia, il Veneto, il Piemonte, aree non a caso con una forte tradizione nel settore delle fondazioni civili a livello nazionale. Pur non partecipando direttamente ad organi statutari, il coinvolgimento delle persone e il rafforzarsi della rete sociali, sono i cardini su cui esse si muovono intrattenendo un rapporto proficuo e di scambio nei confronti dei pubblici di riferimento: donatori, organizzazioni non profit e comunità nel suo complesso. Le fondazioni comunitarie vivono delle donazioni ed in definitiva coprono uno spazio libero all’interno del terzo settore per la loro funzione prevalente di grant making e non di fondazione operativa. Una novità è anche data dalla possibilità che esse riescono a coinvolgere un gran numero di risorse umane volontarie, assolvendo alla fondamentale funzione di organismo associativo, mettere insieme e fare da collante all’interno di una comunità producendo la cosiddetta “eccedenza relazionale” che permette di considerare l’investimento in qualità della vita come bene relazionale. In questo senso possono essere considerate come una forma organizzativa in grado di valorizzare e comunicare il valore del capitale sociale.
La logica su cui esse si muovono non è quella politica del potere-diritto e dell’utilità , tipica del mercato, ma la logica che è subordinata a quella del dono. Emerge, infine, chiara la missione delle fondazioni comunitarie come costituzione di un patrimonio per finanziare l’attività sociale e per migliorare la qualità della vita della comunità in cui operano e per la promozione e lo sviluppo dei territori di riferimento.

Le fondazioni comunitarie in Italia e Germania
Buergerstiftungen in Italien und Deutschland
a cura di Philipp Hoelscher e Bernardino Casadei
Editore Maecenata Institut – Fondazione Cariplo euro 24,00